Lo scontro tra le Ong e Matteo Salvini è aperto su più fronti nel Mediterraneo. In questo momento sono due le imbarcazioni umanitarie che stanno sfidando apertamente il Ministro dell’Interno e il governo italiano. Nel primo caso, si tratta del veliero Alex della Ong italiana Mediterranea Saving Humans che, al momento in cui questo pezzo viene pubblicato, rifiuta di entrare in acque maltesi per dirigersi verso il porto sicuro di La Valletta. Alessandra Sciurba, il parlamentare di SI Erasmo Palazzotto e gli altri membri dell’equipaggio temono infatti che i maltesi, in combutta con gli italiani, vogliano sequestrare la loro imbarcazione.

Ma, oltre a Mediterranea, anche la Ong tedesca Sea-Eye (‘gemella’ della Sea Watch di Carola Rackete), pretende l’ingresso nel porto di Lampedusa per la sua nave Alan Kurdi carica di 65 migranti. A questo proposito, il cronista del quotidiano Il Giornale, Fausto Biloslavo, noto e apprezzato inviato di guerra da decenni, svela il possibile “trucco” compiuto dalla Ong che non avrebbe scoperto il gommone dei profughi in acque libiche per caso. Potrebbe invece essersi trattato di un “recupero organizzato da terra”.

La Ong tedesca avverte Salvini: ‘Non ci facciamo intimidire’

È la stessa Ong Sea-Eye, battente bandiera tedesca, a rendere noto nella tarda serata di venerdì 5 luglio di aver fatto rotta verso l’isola siciliana di Lampedusa, dopo aver “salvato” 65 persone dal naufragio nella zona SAR libica.

L’equipaggio della Alan Kurdi annuncia bellicosamente di non avere nessuna intenzione di farsi intimidire da quello che viene bollato sprezzantemente come “un Ministro dell’Interno” e confermano la loro volontà di dirigersi verso il “porto sicuro più vicino”. Gli umanitari si appellano alla legge del mare che “dovrebbe essere sempre applicata”, anche quando un rappresentante di un governo come Salvini “si rifiuta di seguirla”.

I sospetti del giornalista Fausto Biloslavo

Insomma, le intenzioni di Sea-Eye sono chiare: cercare di forzare la chiusura dei porti italiani disposta da Matteo Salvini e spingere per sbarcare il proprio carico umano a Lampedusa. Proprio come aveva fatto la Rackete sulla Sea Watch. Ma sull’operato della Ong tedesca si allunga un’ombra.

Ad avanzare il sospetto è l’esperto giornalista de Il Giornale, Fausto Biloslavo, il quale negli ultimi tempi si è spesso recato in Libia per girare dei reportage. Ebbene, Biloslavo scrive che “un’altra nave dei talebani dell’accoglienza tedeschi recupera 65 migranti ad un passo dalla Libia sostenendo di averli trovati per caso a 34 miglia dalla costa, come un ago nel pagliaio”. Una ricostruzione dei fatti che non lo convince per niente. “È un caso più unico che raro o si tratta di un ‘recupero’ organizzato da terra?”, si chiede allora polemicamente Biloslavo il quale ricorda anche come siano stati gli stessi membri della Alan Kurdi a dichiarare che “le persone a bordo sono state incredibilmente fortunate”.