La bomba mediatica, e forse anche giudiziaria, contro le ong, Matteo Salvini la lancia poco dopo le 21:30 di un afoso lunedì 8 luglio: “I magistrati hanno elementi concreti su telefonate fatte dagli scafisti in Libia”. Ospite di Nicola Porro negli studi Mediaset di Quarta Repubblica, il Ministro dell’Interno si esibisce in un’intervista che farà sicuramente discutere nei prossimi giorni.

L’intervista di Matteo Salvini a Quarta Repubblica

Sollecitato ovviamente dal conduttore sulla questione migranti e sbarchi delle navi Ong, il Ministro la prende alla larga, riferendo delle indagini in corso sul veliero Alex di Mediterranea e snocciolando, aiutato da un cartello della trasmissione, i dati sul crollo degli sbarchi nei primi sei mesi del 2019 rispetto agli anni precedenti.

Matteo Salvini punta anche il dito contro la capitana di Sea Watch, Carola Rackete, giudicata niente di meno come una che “ha rischiato di uccidere cinque agenti della GdF”. Buone notizie, invece, sul fronte della lotta agli sbarchi delle cosiddette navi fantasma, grazie alla ritrovata collaborazione con il Ministero della Difesa guidato dalla grillina Elisabetta Trenta. Ma è a questo punto che Salvini non si controlla e anticipa, forse inavvertitamente, i particolari segreti un’indagine in corso sulle Ong.

Salvini: ‘Qualcuno dalla Libia telefonava dicendo: ragazzi siamo qua’

“Devo dire che oggi lo Stato Maggiore della Difesa ha dato idee assolutamente utili su come utilizzare vari mezzi, aerei e navali contro i cosiddetti barchini”.

Matteo Salvini sta spiegando a Quarta Repubblica le nuove mosse del governo contro l’immigrazione clandestina, dopo aver toccato i temi Mediterranea, Sea Watch e calo degli sbarchi. Ma è a questo punto che il Ministro svela che “nel decreto sicurezza si possono anche intercettare gli scafisti perché, le posso dire - dice con un certo imbarazzo rivolto a Porro - senza svelare segreti istruttori e rispettando le azioni della Magistratura, che la stessa magistratura ha in mano alcuni elementi precisi, alcuni riscontri precisi.

Qui qualcuno dalla Libia telefonava dicendo ‘ragazzi siamo qua’”. Il conduttore a quel punto fa finta di cadere dalle nuvole. “A chi scusi sta dicendo? Mi sono perso un pezzo”, lo incalza. “A qualcuno, non a me e non a lei”, risponde restando sul vago Salvini. “Alle Ong”, completa la frase Porro, non smentito.

Porro: ‘Il fatto che uno scafista chiami una Ong è molto grave’

“Diciamo che la magistratura ha in mano elementi concreti - riprende allora Salvini con aria sorniona - non mi permetto di dare dei giudizi su delle telefonate in cui si diceva ‘ragazzi stiamo in Libia, stiamo per partire, dove ci vediamo?’”. “Ma Ministro è una cosa gravissima questa”, insiste uno sbigottito Porro. “Non svelo il mistero di Fatima. La magistratura ha in mano degli elementi, non mi faccia dire altro”, conferma allora il leader leghista. “Però, insomma, il fatto che uno scafista chiami una Ong è comunque molto grave”, chiosa furbescamente Porro. “Ma secondo lei è normale - riprende un ormai incontenibile ospite - che ogni volta arriva lì una Ong spagnola, tedesca, olandese o italiana, comandata addirittura da un parlamentare che dovrebbe stare in parlamento e non a fare lo skipper nel Mediterraneo? Le pare normale o è qualcosa di organizzato?”. Chisura degna dello svolgimento. Porro: “Guardi che la querelano un’altra volta”. Salvini: “Ma chi se ne frega”.