"Spero che non esista un doppio forno". E' una dichiarazione con cui il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti si è augurato che il Movimento Cinque Stelle non stia valutando la possibilità di formare una nuova maggioranza lavorando su due tavoli, di cui uno avrebbe come oggetto un clamoroso ritorno al sodalizio con la Lega. Un orizzonte che, secondo quanto scrive Bruno Vespa nel suo editoriale apparso su Quotidiano.net, non sarebbe così campato in aria, così come il noto giornalista non vede così vicina alla concretizzazione l'ipotesi di una repentina intesa tra i grillini e i dem.

All'interno del suo articolo Vespa evidenzia come i tempi siano davvero stretti e, qualora non si dovesse giungere ad un accordo in grado di portare alla formazione di una nuova maggioranza popolare, il Paese potrebbe finire sotto la guida di un esecutivo tecnico chiamato a portarlo fino alle elezioni.

Pd dubbioso sulla posizione del M5S

Ad alimentare la necessità di una riflessione, secondo Vespa, c'è il fatto che il Movimento Cinque Stelle avrebbe smentito l'ipotesi di un incontro tra Luigi Di Maio, capo politico grillino, e Nicola Zingaretti. Ammesso che non si siano già visti questo, secondo il conduttore di Porta a Porta, conduce ad una serie di congetture sul fatto che, avendo solo quattro giorni di tempo per presentarsi con un accordo davanti a Mattarella, di fatto se ne siano persi già due.

Pare, secondo quanto si legge nell'editoriale, che il Partito Democratico nutra dubbi rispetto al fatto che il M5S ''sia in grado di decidere''. Il timore è che all'interno dell'universo pentastellato si conviva con almeno tre scuole di pensiero: chi vuole elezioni subito, chi punta ad un accordo con il Pd e chi, addirittura, punterebbe ad un clamoroso ritorno di fiamma con la Lega.

Possibile anche un governo tecnico

Non a caso, in questi giorni si èparlato di doppio forno. "Se un secondo forno c'è - ha detto Vespa - è clandestino. Ma da qualche parte si vede un po' di fumo abusivo". Il giornalista non manca di evidenziare che tornare con Salvini, per Di Maio, equivarrebbe a conquistare quello che definisce "l'agognato Palazzo Chigi" e l'evitare la possibilità di andare "in seconda fila" in un eventuale governo con il Pd

Oggi, sottolinea il giornalista, c'è solo una certezza, ossia che i tempi impongono al Presidente della Repubblica una decisione già mercoledì.

Gli orizzonti delineati sono due, chiari e netti. "O - anticipa Vespa - conferisce l’incarico a un Presidente del Consiglio frutto di un accordo, o scioglie le Camere e nomina un governo tecnico che vada alle elezioni e magari smini in anticipo l’incubo Iva sul quale tutti i partiti concordano.