Il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha ricevuto un lungo applauso per il suo intervento nell'ambito del meeting di Rimini sull'Amicizia tra i popoli. Il suo è stato un discorso che si è articolato su più tempi e pur non citando mai il bersaglio delle sue parole, ha indirettamente manifestato il suo dissenso verso quella che è stata la Politica messa in campo da Matteo Salvini e il suo modo di fare. Non a caso si è parlato di "spudoratezza blasfema" per chi agita i simboli religiosi e di un futuro che, per l'Europa, dovrà essere fatto di "porti aperti", concetto in antitesi con quello dei "porti chiusi" voluto dal leader della Lega nella sua esperienza da Ministro dell'Interno.

Sassoli contro 'l'agitazione' dei simboli religiosi

Sassoli ha avuto modo di commentare quelli che sono stati i segnali lanciati dai cittadini europei dalle elezioni in poi. In particolare ha fatto riferimento al fatto che ci si aspettava potesse andare avanti un'ondata anti-europeista e quasi votata alla tutela del mero interesse nazionale a fronte di quello dell'Unione. "Pensavano - ha dichiarato - di dividerci, ma non è andata così". Sassoli ha, inoltre, ammesso la necessità che qualcosa dovrà necessariamente essere cambiata sul versante delle politiche future. Il presidente dell'Europarlamento non ha mancato di mettere in evidenza come quella che lui definisce "onda nera del sovranismo" abbia puntato negli ultimi tempi soprattutto i paesi a forte vocazione cattolica.

Nazioni che, secondo Sassoli, avrebbero un compito preciso dettato dalla loro estrazione religiosa. "I cattolici - ha dichiarato - hanno il dovere di opporre il profumo di una passione di verità cristiana a chi ancora oggi osa agitare i simboli della nostra fede come amuleti, con una spudoratezza blasfema".

Per Sassoli l'Europa deve essere un porto sicuro

Come detto, Salvini e la Lega non vengono mai citati. Tuttavia non è difficile carpire che il riferimento al sovranismo riguarda anche e soprattutto la politica leghista. La contrapposizione tra le parti viene ulteriormente accentuata nel momento in cui Sassoli parla di "porti aperti" per l'Europa, pur ammettendo la necessità di prendere atto di quella che è l'attuale situazione migratoria che si sposa con la necessità di rivedere il trattato di Dublino, divenuto forse ormai anacronistico.

Il principio a cui Sassoli fa costantemente riferimento è quello secondo cui quando qualcuno arriva in Italia o a Malta, Spagna, Grecia, diventa 'automaticamente' qualcuno di cui l'Europa deve occuparsi. "L'Europa - ha evidenziato Sassoli - è uno spazio aperto, partecipato e solidale. È un porto sicuro".