Arrivano nuovi aggiornamenti sulla vicenda Alan Kurdi, la nave della Ong Sea Eye che nella giornata di mercoledì 31 luglio ha tratto in salvo 40 migranti naufragati al largo della Libia. Il portavoce dell’Ong tedesca Barbara Held, fa sapere che presto chiederanno alle autorità competenti la possibilità di attraccare in un porto sicuro; quello più accreditato è quello di Lampedusa, in quanto è il luogo geograficamente più vicino.

Salvini vieta l'ingresso dell'Alan Kurdi in acque territoriali

Nella giornata di ieri il Vicepremier Matteo Salvini, assieme ai Ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta, ha firmato, nei confronti dell'Alan Kurdi, il divieto di ingresso in acque territoriali italiane.

Il Viminale sottolinea il fatto che nel momento della sottoscrizione del decreto, la Alan Kurdi stava navigando a 30 miglia dalla Libia e a 60 dalla Tunisia, mentre era distante circa 172 miglia da Lampedusa.

Gorden Isler, dell'ong tedesca Sea Eye, si difende e fa sapere attraverso un tweet che l'organizzazione sta "obbedendo al diritto internazionale" e per questo motivo ritiene che la Libia non sia un porto sicuro e di aver lanciato un appello all'Europa, affinché si possa trovare una soluzione per l'accoglienza dei 40 migranti a bordo, tra cui un neonato e due bambini.

Il 'divieto d'ingresso' consegnato all'Alan Kurdi dalla Guardia di Finanza

Nella mattinata la Guardia di Finanza ha notificato e consegnato al comandate della nave Alan Kurdi, il decreto di “divieto di ingresso" firmato da Salvini e dai Ministri. Il Vicepremier ritiene che in questo momento sia in atto l’ennesima provocazione da parte del governo tedesco e minaccia che nel caso Berlino decidesse di entrare nelle acque italiane, si riterrà costretto a rispondere con il sequestro della nave da parte dallo stato italiano.

Non si placca il faccia a faccia con il governo tedesco; Salvini accusa di aver appreso mediante una mail "girata" della commissione europea, che in queste ore il governo tedesco sta attuando un vero e proprio ricatto a discapito dell'Italia: "Berlino si è impegnato a prendere 30 immigrati della Gregoretti, in cambio del via libera allo sbarco delle 40 persone nel porto di Lampedusa."

Insomma, pare che tra Roma e Berlino non corra buon sangue; lo si era capito durante il vertice di Helsinki di qualche settimana fa, dove proprio in quella occasione la Germania non aveva perso l'occasione di rimarcare la richiesta di rispetto della regola del "porto sicuro più vicino per lo sbarco" e su questo punto Salvini fece saltare il tavolo, mossa ripetuta successivamente con l'assenza del Ministro durante il vertice di Parigi.

I tedeschi pare che ora alzino il tiro, provando a "ricattare" il governo. Salvini per il momento si dice fermo sulle sue decisioni e tira dritto, ribadendo che i porti italiani per la nave Alan Kurdi restano chiusi.