Nella giornata di ieri, in occasione dell'acceso dibattito al Senato sulla sfiducia al Presidente del Consiglio Conte, il senatore Nicola Morra ha attaccato Salvini in merito all'ostentazione del rosario fatta nelle settimane scorse in Calabria, che sarebbe, secondo il senatore, un messaggio in codice alla 'ndrangheta.

Ostentazione del rosario

Nel corso della giornata di ieri, il premier Conte aveva criticato l'uso di simboli religiosi insieme ai discorsi politici fatto da parte di Matteo Salvini: durante il lungo e acceso dibattito nell'aula di Palazzo Madama, il Presidente del Consiglio sostiene che chi ha incarichi di responsabilità dovrebbe evitare l'uso di slogan politici affianco a simboli religiosi.

E poco dopo, sull'uso che Salvini fa dei simboli religiosi è intervenuto anche il senatore calabrese del M5S Nicola Morra, che è presidente della Commissione parlamentare Antimafia: in particolare il suo intervento si è soffermato sulla visite fatta da Salvini alcuni giorni fa in luoghi come Isola Capo Rizzuto, Crotone e Soverato. A suo avviso "ostentare il rosario e votarsi alla Madonna in terra di Calabria" proprio lì dove ha sede il santuario della Madonna di Polsi al quale è legata la ‘ndrangheta, equivale a "inviare messaggi in codice" che ministri e uomini di Stato come lui, in modo speciale Ministro dell'Interno, dovrebbe guardarsi bene dal lasciare.

Secondo Morra però, e le sue parole sembrano molto ironiche, il gesto è stato fatto per ignoranza, quindi "padre perdonalo perché non sapeva quello che faceva".

E conclude dicendo che la laicità dello stato è un valore che non si discute e su questo ogni uomo politico deve mantenere sempre molta prudenza.

L'altra critica a Salvini

E oltre a queste parole, Morra ha criticato l'attività di Salvini nelle istituzioni, visto che ha preso in giro il Parlamento. Racconta di aver chiesto al ministro se aveva intenzione di presentarsi in commissione antimafia, visto che aveva il diritto e li dovere di intervenire, così come afferma sui Social Network, e la risposta del leader della Lega era che sarebbe venuto il primo possibile.

Secondo Morra il leader leghista non ha la minima idea di cosa sia una seria azione di contrasto alle associazioni criminali e mafiose, ed è per questo che ha avuto paura di intervenire in commissione.

E poi arriva un altro messaggio, in merito alla richiesta di pieni poteri fatta alcuni giorni prima: "Non si chiedono pieni poteri".

E aggiunge ricordando che l'Italia ha dato vita ad una carta costituzionale che ha messo d'accordo tutti, e se qualcuno non si vuole attenere a quelli che sono i suoi principi, allora significa che ha dimenticato cosa rappresentino valori come la libertà e la democrazia.