Marco Travaglio, come di consueto, nell'editoriale che affida alla prima pagina de Il Fatto Quotidiano analizza la situazione politica in maniera pungente. Per una volta, però, dalla sua penna ci sono parole di sincero apprezzamento nei confronti del presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte. Un intervento, l'ultimo del premier, che Travaglio ha voluto sottolineare per i modi e i toni che hanno fatto da contraltare a quelli, invece, un po' meno apprezzabili, almeno per il giornalista, utilizzati da Matteo Salvini. Quello di Conte è un nome fatto anche per la guida di un eventuale nuovo governo Pd-M5S, ma l'avvocato del popolo, come egli stesso si è definito, non godrebbe di simpatie all'interno dell'universo progressista.

Almeno è questo quello che emerge dall'editoriale firmato da Marco Travaglio.

Travaglio loda apertamente il discorso di Conte

Travaglio per sottolineare le differenze tra Conte e Salvini evidenzia come il primo sia un uomo col fucile e l'altro un uomo con la pistola. Ricorrendo ad una celebre frase di un film di Clint Eastwood, ricorda come quando il primo incontra il secondo è sempre quest'ultimo a riportare la peggio. Conte, secondo la ricostruzione offerta nell'editoriale, avrebbe sottoposto il leader della Lega ad un "trattamento di asfaltatura". A suo avviso Salvini è stato "letteralmente preso a sberle dall'alto al basso, con una lezione di politica, democrazia, diritto parlamentare e costituzionale, ma anche di dignità e stile".

Parole che suonano come un chiaro elogio all'intervento del premier, ma anche come una vera e propria invettiva nei confronti del leader della Lega accusato di essere stato protagonista di un discorso sconclusionato, in cui non si sarebbe preoccupato di svelare i veri motivi della crisi.

Il Pd non vorrebbe Conte

Secondo Travaglio Salvini avrebbe scelto di revocare il sostegno al governo anche perché la popolarità di Conte stava crescendo troppo.

L'ostilità verso il presidente del Consiglio sarebbe un qualcosa che accomuna tre persone apparentemente lontanissime. Uno, per l'appunto, è il leader della Lega, gli altri, due, invece, sarebbero Zingaretti e Renzi, divisi da tutto ma non dalla scarsa simpatia per Conte. Un qualcosa, secondo Travaglio, sarebbe "comprensibile per ragioni di bottega, quanto miope per gli interessi dell'Italia" soprattutto nell'ottica di un possibile governo PD-M5S.

Secondo Travaglio solo Conte batte Salvini nei sondaggi. Ora che il leader leghista sarebbe al punto più basso della sua parabola, per il giornalista solo il Pd potrebbe salvarlo. "E pare - ha chiosato - ancora una volta, stia lavorando per lui" . Il riferimento va ai rumors che vedrebbero un Partito Democratico disposto ad allearsi con i grillini solo a certe condizioni, una delle quali sarebbe la rinuncia a Conte premier.