La strada che porta ad un accordo di governo tra M5S e Pd è tutta in salita. Le delegazioni dei due movimenti politici si stanno confrontando in queste ore. Non mancano nemmeno retroscena piccanti e gialli all’apparenza irrisolvibili, come la questione della presunta proposta avanzata da Luigi Di Maio di uno scambio tra un Conte bis a Palazzo Chigi e Paolo Gentiloni nominato commissario europeo. Notizia però subito smentita dai diretti interessati. Il filosofo sovranista Diego Fusaro parla di una “cena tra Di Maio e Zingaretti” il cui conto verrebbe però pagato dagli italiani, di nuovo posti sotto il tacco della burocrazia Ue.

Ma i veri problemi per il capo politico pentastellato arrivano dall’interno, visto che il senatore Gianluigi Paragone ha annunciato che, in caso di accordo con il Pd, lui tornerebbe a svolgere il suo vecchio mestiere di giornalista.

Gianluigi Paragone avverte il M5S: ‘Non accetto di essere votato dalla Boschi’

Il possibile accordo tra M5S e Pd per la formazione di un nuovo governo giallorosso in sostituzione del verde leghista, non sta di certo facendo dormire sonni tranquilli al senatore pentastellato Gianlugi Paragone. L’ex direttore de La Padania e conduttore del talk show La Gabbia, catapultato poi in Parlamento, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per porre dei paletti invalicabili alla trattativa.

Paragone va subito al punto della questione annunciando (o minacciando) che, in caso di chiusura di un accordo tra le due forze politiche, lui tornerebbe immediatamente a “fare il giornalista”. Il senatore si dice assolutamente non disposto a farsi votare come Presidente della commissione sulle Banche da una come Maria Elena Boschi.

‘Meglio le elezioni anticipate’

Messo in un angolo il Pd, Gianluigi Paragone riscopre anche il suo vecchio amore per la Lega di Salvini. “Se dovessi scegliere un partner di governo - si sbottona il senatore pentastellato - cercherei uno spiraglio con la Lega, partito che, come il Movimento - a suo modo di vedere - si è battuto contro il sistema liberista e finanziario che taglia fuori l’economia reale, le famiglie, le piccole imprese”.

Comunque sia, conclude la sua intervista, la sua prima preferenza ricade sull’opzione delle elezioni anticipate. La stessa posizione esplicitata solo poche ore prima dal compagno di partito Alessandro Di Battista. I due esponenti a 5 Stelle erano stati descritti dal Dem Matteo Renzi come "quelli che vogliono far saltare la (sua) trattativa". E forse stavolta l'ex Presidente del Consiglio non ha tutti i torti, visto che Paragone si era detto "orgoglioso di stare sempre dalla parte opposta" rispetto al rottamatore di Rignano.