La contrarietà del senatore Gianluigi Paragone a un'alleanza di governo tra il Movimento Cinquestelle, tra le cui fila è stato eletto al Senato, e il Partito Democratico è nota da giorni. Insieme ad Alessandro Di Battista, il popolare giornalista viene accreditato dalle cronache tra le voci più critiche all'interno dei pentastellati. Intervistato stamattina dalla conduttrice di "Agorà estate" Monica Gandotti, l'ex conduttore di Rai e La7 non solo ha confermato i dubbi su un eventuale patto di Governo con il Pd, ma ha rilanciato con una provocazione, proponendo per i dicasteri più importanti nomi alternativi a quelli che circolano in queste ore di trattative convulse.

'Volete la discontinuità? Nominate Stefano Fassina o Emiliano Brancaccio all'Economia'

Gianluigi Paragone non solo ha ribadito la propria netta contrarietà nei confronti di un'alleanza di governo con il Partito Democratico e le altre componenti della Sinistra presenti in Parlamento, già espressa nei giorni scorsi in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Ha infatti rilanciato con una provocazione. Ha sfidato i colleghi pentastellati e la dirigenza del Pd a compiere un vero gesto di discontinuità, proponendo quale condizione per concedere il proprio voto favorevole la nomina a Ministro dell'Economia di Stefano Fassina o Emiliano Brancaccio, due figure preparate ma notoriamente non allineate alle richieste di Bruxelles.

'Se si fa una maggioranza col Pd, nessuno può contare più su di me. Non potrei accettare di essere votato dalla Boschi'

Nonostante nell'intervista rilasciata ieri avesse detto che non avrebbe potuto votare per una maggioranza comprendente quelle figure politiche che ha combattuto sia da giornalista che da parlamentare, quale ad esempio Maria Elena Boschi, Gianluigi Paragone ha comunque commentato l'attuale trattativa tra Cinquestelle e Partito Democratico.

Le sue riflessioni più significative hanno riguardato Giuseppe Conte e Roberto Fico. Riguardo al Presidente del Consiglio dimissionario, l'ex conduttore televisivo lo ha definito privo di malizia, riferendosi al suo discorso tenuto pochi giorni fa in Senato. Secondo lui avrebbe sbagliato ad attaccare così duramente il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, poiché in politica - testuale - non bisogna "mai dire mai".

Riguardo all'ipotesi di conferire il mandato di nuovo capo dell'esecutivo giallorosso all'attuale Presidente della camera Roberto Fico, ha definito dettata dal buon senso la sua decisione di declinare ogni offerta, poiché sinceramente non crede che voglia assumersi un incarico così gravoso.