Nella puntata di lunedì 5 agosto della trasmissione "In onda" su La7 è intervenuto Gianni Cuperlo, ex parlamentare e dirigente del Partito Democratico, il quale si è soffermato su numerosi temi di attualità Politica, in particolare riguardo al futuro del Governo Lega-M5S e ai compiti dell'opposizione.

Gianni Cuperlo: 'Il Governo è morto, Lega e M5S stanno insieme per il potere ma sono divise su tutto'

All'inizio del suo intervento Cuperlo ha commentato il recente voto parlamentare sul Decreto Sicurezza Bis, affermando: "L'attuale maggioranza di Governo ormai sta insieme solo con lo spago e anche un po' con la benevolenza di Fratelli d'Italia.

Ma le varie e recenti vicende parlamentari e le divergenze che stanno emergendo, dimostrano che in sostanza il Governo è morto. Sul Decreto approvato oggi, l'Italia non ha niente da brindare, ma anzi questo è un momento buio per il Paese".

Prima di proseguire: "La situazione del Paese è di crescita zero e drammatica sul piano economico e sociale. Se questo è il risultato di un Governo che fa troppo, verrebbe da dirgli di riposarsi un po'. Non so quanto durerà questo Governo, è il collante del potere che tiene insieme due forze divise su tutto, perfino sul voto per il presidente della Commissione Europea. E' il Paese che paga il conto maggiore di questo".

L'attacco di Cuperlo: 'Attenzione alla destra autoritaria che toglie la libertà, il M5S si è svenduto'

L'ex leader della minoranza Pd si è poi soffermato sulle recenti polemiche su Salvini al Papeete: "Il messaggio del ministro dell'Interno è abbastanza semplice e non è neanche nuovo, sta dicendo al popolo: 'Io sono come voi, io ascolto la musica che piace a voi e vivo come voi'.

Ma la realtà non è questa. Non solo per il ruolo e la funzione che oggi Matteo Salvini ricopre, ma perché lui è un uomo potente, è il più potente dei ministri e sfida altre istituzioni dello Stato. Ripenso alla battuta che fece sui magistrati che indagavano su di lui, bisognerebbe ricordargli Montesqueiu e la divisione dei poteri.

Lui è uno che attacca i giornalisti con un linguaggio violento, insulta chi gli fa le domande scomode, si sottrae al Parlamento".

Cuperlo ha ricordato: "Io sono cresciuto in un partito (il PCI, ndr) in cui 40 anni fa il segretario disse che si sentiva più al sicuro sotto l'ombrello atlantico e fece molto discutere. Oggi invece il ministro dell'Interno si reca a Mosca e dice a un microfono che si sente più a casa sua a Mosca, in un regime autoritario, più che in tante capitali europee. In Salvini, come in tutta la destra non c'è una sottocultura, ma c'è un pensiero e un'ideologia politica ben precisa. La destra autoritaria nasce quando c'è una forza politica che produce un'iniezione di paura alla quale offre un antidoto, apparente, in cambio di una quota di libertà.

Questa è la destra. E il Decreto sicurezza bis è un pezzo di libertà che viene tolto a questo Paese. Ora siamo dentro a un sentiero preoccupante e drammatico. E' responsabilità dell'opposizione creare un'alternativa a questo".

Riguardo al rapporto del PD col M5S, Cuperlo ha affermato: "In questa Legislatura il M5S ha svenduto sé stesso, ha svenduto l'identità e l'anima. Non c'è alcuna possibilità di accordo con loro nell'ambito di questa Legislatura. Se il Governo cade si vada al voto. Noi abbiamo la responsabilità di tornare a parlare a un pezzo di elettorato che oltre un anno fa dette fiducia al M5S, e ora si rende conto che tale fiducia non era ben riposta".

Cuperlo: 'Non temo Salvini ma quello che accadrà dopo, non è detto che avremo la democrazia come finora'

L'esponente dem ha poi proseguito: "Ho sentito in questi giorni parole di grande equilibrio da parte di Virginio Rognoni, che a seguito dell'assassinio di Aldo Moro venne nominato. E poi penso che oggi al suo posto c'è Salvini: c'è una differenza abissale di stile, di linguaggio e di senso delle istituzioni fra un uomo di Stato e chi invece non lo sarà mai. (...) Io non temo Salvini, credo sia una parabola il suo consenso, ma temo quello che potrebbe accadere dopo Salvini. Lui, il suo movimento e questa destra autoritaria non saranno in grado di dare una soluzione a bisogni fondamentali del Paese come l'impoverimento di massa, la fine del ceto medio e la crescita bloccata.

Dopo la sua impotenza a livello politico non è detto che avremo ancora quel tipo di democrazia che abbiamo ereditato e conosciuto, perché se non affronti i bisogni materiali di milioni di persone, può accadere che queste comincino a pensare che la democrazia tutto sommato non è lo strumento migliore per affrontare i problemi della loro esistenza. Questo responsabilizza molto anche la sinistra: dobbiamo mettere in campo un'altra agenda sui temi concreti ma anche una nuova speranza di riscossa etica e morale".