Che il governo formato da Lega e Movimento Cinque Stelle potesse non avere vita lunga era un pensiero che accomunava tanti. I tanti momenti di tensione, soprattutto inizialmente, venivano superati grazie ai buoni rapporti tra Di Maio e a Salvini o a un modus operandi disciplinato da un contratto sottoscritto da entrambe le forze politiche parlamentari. Tuttavia, da quando la crisi è esplosa sono state esposte diverse chiavi di lettura sul perché la Lega abbia scelto di porre fine alla propria esperienza all'interno dell'esecutivo con i grillini.

Tra coloro i quali offrono un'originale analisi della situazione c'è sicuramente Diego Fusaro. Attraverso un post apparso sulla propria pagina Facebook ha sollevato l'ipotesi secondo cui sulla fine del governo gialloverde possa esserci la "longa manus" degli Stati Uniti.

Fusaro ritiene l'Italia sottoposta agli Usa

Non è la prima volta che Diego Fusaro mette in rilievo quanto, a suo avviso, l'Italia patisca una certa sudditanza nei confronti degli Stati Uniti d'America. Basti pensare a quante volte, negli ultimi tempi, ha sottolineato come l'uccisione del vice brigadiere Cerciello Rega possa avere una giustizia soltanto sommaria, immaginando per gli indagati americani una possibile estradizione riconducibile ai rapporti che intercorrono tra i due paesi.

Stavolta si spinge oltre, sottolineando come la fine del governo formato da Lega e Movimento Cinque Stelle possa essere stata dettata da qualche voce "a stelle e strisce". Pur non parlando di verità assoluta, prova a ricostruire ciò che potrebbe essere accaduto quando, recentemente, Salvini si è recato in visita negli Stati Uniti.

Le aperture verso la Cina non piacerebbero a Washington

"Vi propongo - scrive Fusaro - questa possibile lettura. Salvini va in America. Lì gli dicono che il governo deve cadere, perché certe aperture alla Cina non piacciono". Un orizzonte che nascerebbe da quelli che sono stati, ad esempio, gli accordi commerciali che il governo presieduto da Giuseppe Conte avrebbe preso con il colosso asiatico e che tanto hanno fatto discutere.

Il filosofo, tuttavia, si lascia andare anche ad una considerazione mirata a focalizzare l'attenzione sul disprezzo che nutre verso il Bel Paese, a suo dire quasi costretto ad essere vassallo della potenza americana. "L'Italia - tuona Fusaro - deve rimanere una squallida colonia di Washington". "Ed ecco la crisi" chiosa, chiudendo un intervento che prova a trovare la radice della fine di questo governo in una scelta che sarebbe arrivata addirittura dall'estero. Ancora una volta, perciò, Fusaro offre uno spunto interessante che non mancherà di far discutere.