Riparte il braccio di ferro tra il Ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, e le Ong che con le loro imbarcazioni solcano il Mediterraneo alla ricerca dei barconi di migranti alla deriva. Stavolta protagonista dello scontro con il leader leghista è la organizzazione umanitaria tedesca sea eye che, con la sua imbarcazione Alan Kurdi, mercoledì mattina ha soccorso un gruppo di 40 persone. Oggi, 1 agosto, la capo missione Barbara Held è apparsa in un video pubblicato sulla pagina Twitter ufficiale dei volontari tedeschi per annunciare di stare facendo rotta verso l’isola di Lampedusa e augurandosi che, almeno stavolta, non insorgano “problemi politici” a bloccarli.

L’avvertimento lanciato poche ore prima da Salvini, quindi, non è servito a fermare la Alan Kurdi.

Il racconto della capo missione della Alan Kurdi

Come riporta anche l’Ansa, la nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye si trova in questo momento a sud dell’isola siciliana di Lampedusa. Questa mattina sul profilo Twitter dell’organizzazione è apparso un breve video girato a bordo dell’imbarcazione in cui la capo missione Barbara Held spiega la dinamica dei fatti e anticipa le intenzioni dell’equipaggio. “Questa mattina alle 6:00 (mercoledì 31 luglio ndr), subito dopo l’alba, Caro, uno dei membri della nostra organizzazione, ha avvistato un’imbarcazione in difficoltà - racconta la Held - Abbiamo immediatamente modificato la nostra rotta e con i gommoni di salvataggio ci siamo diretti verso quella nave che trasportava 40 persone.

A bordo c’erano anche tre bambini e due donne, di cui una incinta. Le operazioni di salvataggio sono andate veramente bene - prosegue la rappresentante di Sea Eye - abbiamo trasferito tutti i migranti sulla nostra nave Alan Kurdi in maniera molto veloce. I naufraghi si sono dimostrati subito molto felici e hanno cominciato a cantare e a ballare, alcuni di loro si sono sentiti male per la stanchezza”.

Barbara Held e Sea Eye in rotta verso Lampedusa

“Dopo aver mangiato qualcosa - racconta ancora la Held - hanno iniziato a parlare delle terribili cose subite in Libia, come le minacce con armi da fuoco e i maltrattamenti subiti persino da un bambino di tre anni che ha una cicatrice di 10 centimetri perché gli avrebbero sparato.

Anche la donna incinta si è sentita subito meglio dopo le cure a cui è stata sottoposta. Ora ci stiamo preparando per la notte, assicurandoci che i migranti siano protetti dalle onde a dal vento”. Terminato di riferire i particolari del salvataggio, la capo missione di Sea Eye passa al piano politico. “Ci stiamo dirigendo verso Lampedusa - afferma con aria minacciosa - spero tanto che questa volta non ci siano problemi politici per trovare un porto sicuro che non è sicuramente in Libia. Le persone ci hanno detto che piuttosto che tornare in Libia preferirebbero annegare in mare. Ma noi non permetteremo che questo accada”. Poche ora prima, Matteo Salvini aveva indicato un porto libico per lo sbarco dei profughi e promesso di non voler mollare.

‘Consigli’ evidentemente ignorati dalla Alan Kurdi.