Ha fatto discutere molto la notizia che Richard Gere ha scelto di assistere la nave Open Arms nel Mediterraneo. Il noto attore non ha mancato di manifestare le sue perplessità di riguardo a quelle che sono state le politiche contro le Ong messe in campo dall'Italia. Un punto di vista che è stato particolarmente criticato da Nicola Porro che, attraverso il suo sito ufficiale, ha voluto rispondere in maniera piccata alle dichiarazioni di Richard Gere, non mancando di rivolgergli termini forti e invitandolo a guardare ciò che accade in casa sua al confine tra Stati Uniti e Messico, dove si consumerebbero pratiche molto più discutibili delle regole ferree messe in campo dall'Italia, che, invece, ha una radicata tradizione votata all'accoglienza.

Porro parla di campagna elettorale di Richard Gere

Nicola Porro non sembra avere grande condivisione dei concetti espressi da Richard Gere, anzi solleva il fatto che, a suo avviso, in questo momento "la campagna elettorale viene fatta da Richard Gere". Facendo riferimento ad un vecchio film dell'attore americano, quando interpretava un allievo destinato a diventare un ufficiale, ripercorre le tappe degli ultimi giorni con un po' di ironia. "Ha smesso - racconta Porro - quella fantastica divisa da ufficiale gentiluomo ed è andato sull'Open Arms. Una di quelle barche spagnole che salvano i profughi nel Mediterraneo".

A far maggiormente imbestialire Porro ci sono le critiche rivolte all'Italia che, a suo avviso, farebbe soltanto rispettare regole che seppur ferree, sempre regole sono.

"Chiedo - tuona Porro - a quel ca... di Richard Gere perché invece di venire a rompere i co... su Open Arms e sull'inciviltà della nostra accoglienza, tutto tranne che incivile, non va a casa sua col suo aeretto privato a vedere cosa accade al confine tra Stati Uniti e Messico".

Porro parla di ciò che accade ai margini degli Usa

Porro a quel punto cita alcune delle cose che accadrebbero in quelle terre di frontiera. "Anche bambini di due anni - racconta il giornalista - vengono spostati dai loro genitori e non si troveranno mai. Oppure vengono portati nelle città".

"Il tuo New York Times - tuona Porro rivolgendosi a Richard Gere - ci ha scritto cinquecento articoli".

Una vera e propria invettiva che prosegue senza mezzi termini "Venite - incalza Porro - a rompere le scatole sulle condizione inumane sull'immigrazione in Italia dove ci sono diritti da cinquecento anni".

E in riferimento agli Usa chiosa: "Da trent'anni hanno fatto politiche di immigrazione che a noi ci fanno una pi.... E non esagero perché sono in America, ho anche paura di parlare delle politiche di immigrazione americane perché mi cacciano al volo senza dire né a, né b, né c".