Alessandro Di Battista non sembra molto entusiasta del governo giallorosso, e preferisce piuttosto mantenere prudenza: intervistato nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio, l'ex deputato del MoVimento Cinque Stelle ha parlato della nuova alleanza tra i Cinque Stelle e il Partito Democratico e non nasconde tutto il suo scetticismo per il Conte Bis, pur augurandosi il meglio.

Le parole di Di Battista

Intervenuto a Dritto e Rovescio, programma tv condotto da Paolo Del Debbio su Rete 4, Alessandro Di Battista ha parlato del governo Conte Bis e non nasconde il suo scetticismo in merito all'alleanza del M5S con il Pd: "Non è un segreto di Stato il fatto che io sia scettico".

In quello che è il suo primo intervento pubblico dalla nascita del nuovo governo, Di Battista dice che aspetterà di vedere quello che farà il governo e giudicherà in base ai risultati.

Nonostante lo scetticismo però, si augura comunque il meglio. E, quando gli chiedono se ha ricevuto proposte per far parte del nuovo esecutivo, risponde che forse il Partito Democratico ha posto dei veti: e questo è comprensibile aggiunge, visto e considerato le sue dichiarazioni sul partito. E non nasconde di essere "un uomo piuttosto divisivo", che mette davanti a tutto sempre le sue idee.

Dichiarazioni sul PD

Ha parlato anche di un tema molto caro al M5s e a lui in particolare, quello del conflitto d'interessi: dice di aver sentito Orlando del Pd sostenere che i "poteri forti non esistono", cosa per lui falsa visto che "si chiamano De Benedetti, Benetton, Caltagirone, Malago"..

E aggiunge comunque che per lui il "Pd resta il partito garante di questo sistema“. Con un grande in bocca al lupo a Luigi Di Maio, spera che il governo sappia occuparsi del popolo italiano ed in particolare degli ultimi, e per farlo bisogna iniziare a fare una "legge seria sul conflitto d’interessi", che a suo avviso non c'è mai stata in Italia soprattutto a causa della sinistra.

Parlando di Matteo Renzi ha detto anche che quest'ultimo avrebbe fatto meglio a lasciare la Politica, così come ha fatto lui. È dell'idea inoltre che Renzi possa organizzare "una sorta di minoranza interna", come si è sempre fatto in Parlamento. E, sul rischio di staccare la spina al governo, ammette che Renzi preferisce piuttosto guardare alla "convenienza personale" piuttosto che agli interessi dell'Italia e dice che uno come lui rimane sempre lo stesso e non cambia.

È convinto inoltre che, in caso di elezioni, i parlamentari renziani non sarebbero stati ricandidati dal nuovo segretario Nicola Zingaretti, e lo stesso Renzi sarebbe rimasto piuttosto "con un pugno di mosche in mano".