Arriva una proposta da parte del Movimento Cinque Stelle per combattere l'evasione fiscale che farà sicuramente discutere: l'ipotesi è infatti quella di aumentare l'iva per alberghi e ristoranti dal 10 al 23%. L'aumento dell'Iva andrebbe a colpire quanti pagano in contanti, mentre chi paga con carta otterrebbe un rimborso. La proposta ovviamente non piace agli albergatori.
La proposta
Scatena subito le prime reazioni la proposta Cinque Stelle che prevede un aumento dal 10 al 23% dell'iva, per gli alberghi, i ristoranti e per la manutenzione della casa. Nel dettaglio l'aumento dell'Iva sarebbe destinato soltanto a quanti sceglieranno di pagare in contanti, mentre chi effettua un pagamento con la carta di credito o con bancomat avrebbe un rimborso della quota di imposta che ha versato in più.
L'idea, pensata come arma per combattere l'evasione fiscale, consentirebbe di raccogliere, secondo alcune stime del quotidiano La Verità, circa quattro miliardi di euro in più.
La proposta del M5S andrebbe incontro all'esigenza di trovare fondi in vista della prossima manovra economica. Nel caso in cui Bruxelles possa concedere la massima flessibilità, stimata in circa 12 miliardi, ci sarebbero i fondi che occorrono per annullare gli aumenti dell'Iva, senza così chiedere sacrifici ai cittadini italiani. In questo modo però non resterebbero fondi per mettere mano alle altre misure che ha in mente il nuovo governo di Giuseppe Conte: la nuova manovra infatti costerebbe circa 35 miliardi di euro e, se si decide di tagliare il cuneo fiscale, occorre arrivare alla cifra di 45 miliardi.
La reazione di Federalberghi
Molto dura la reazione di Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto: "Sembra il parto di un quarto d'ora di follia" e commenta la scelta di aumentare l'iva come un "incubo di una notte di fine estate".
Sostiene come questa misura getterebbe nel panico tutti quanti gli operatori che rappresenta ed è dell'idea che, visto che i pagamenti fatti negli hotel sono al 90% di tipo elettronico, questa misura creerebbe soltanto una complicazione inutile, ossia ricostruire il sistema di compensazione. E si domanda oltretutto come si pensa di ricompensare l'imposta pagata da quei turisti stranieri che risiedono all'estero e vengono in vacanza in Italia.
A suo avviso questo provvedimento non passerebbe il vaglio dell'Europa e sottolinea come questo ipotesi, al momento in fase di studio, arriva ora in una fase di flessione del mercato del turismo, causata dalle maggiori spese che devono sostenere le imprese e dall'aumento del costo del lavoro. Quello che si aspetta da questo nuovo governo sono piuttosto sgravi e il "taglio del cuneo fiscale".