L'Italia attende di sapere come si evolveranno le cose tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico. L'irrigidimento di Di Maio rispetto alla necessità che i dem considerino imprescindibili i punti della politica grillina è stato visto come uno sgradito ultimatum dagli esponenti del maggiore partito di centro-sinistra.

Su quello che è stato l'atteggiamento del Pd che, inizialmente, vedeva come il fumo negli occhi un'alleanza con l'universo pentastellato, salvo poi cambiare opinione, c'è stata un'interessante analisi di Bruno Vespa affidata ad un editoriale pubblicato ieri 31 agosto sul quotidiano.net.

L'autorevole voce del giornalista, profondo conoscitore della politica nazionale, ha posto l'accento su quelle che sarebbero state le pressioni esterne ricevute da Zingaretti e sul fatto che, a breve, ci saranno quattrocento nomine da fare nelle società partecipate che muovono buona parte della macchina dello Stato.

Pressioni di Ue e Stati Uniti sul Pd

Diversi oppositori e semplici osservatori della scena politica hanno diffuso video in cui il segretario Nicola Zingaretti, solo poche settimane fa, annunciava che l'unica soluzione di questa crisi potevano essere le elezioni e che mai si sarebbe assistito a un sodalizio fra il Pd e il Movimento Cinque Stelle. Un punto di vista che tra l'altro avrebbe convinto persino Salvini a rompere con Di Maio, ingolosito dal capitalizzare il proprio consenso alle urne.

Le cose, però, come è evidente sono andate diversamente, con un'apertura abbastanza chiara del Pd ad un'intesa con il Movimento Cinque Stelle. Una prospettiva non ancora concretizzata, ma che continua ad essere possibile e probabile.

Secondo Vespa il cambio di prospettive dei dem non sarebbe dipeso unicamente dalla volontà di Renzi di dare vita ad un governo di responsabilità.

Secondo la sua ricostruzione si sarebbe abbattuta sul segretario Zingaretti "una fortissima pressione di un vasto mondo di riferimento: dall'Europa agli Stati Uniti, dalla Chiesa al volontariato, dal mondo finanziario a quel complesso di poteri e di centri d'influenza che non ha mai consentito al centrodestra di eleggere un presidente della Repubblica".

L'interesse, però, sarebbe stato anche quello del Pd per via delle 400 nomine che dovranno essere fatte a primavera relative alla società partecipate dallo Stato.

Vespa parla di sorriso di ritrovato di Bruxelles

Nell'editoriale risulta significativo il passaggio dedicato al fatto che "la sconfitta del ‘cattivo’ Salvini ha fatto tornare il sorriso a Bruxelles e l’Italia incontrerà maggiore comprensione".

Il riferimento va al fatto che, nei limiti delle regole, la posizione europea potrebbe diventare più morbida per un paese che continua a non crescere e al quale il leader della Lega avrebbe provato a dare una scossa con la "flat tax".