Nel caotico mondo della politica italiana può succedere, come infatti è accaduto, che il M5S, terminata l’alleanza con i sovranisti di destra della Lega, vada a formare un nuovo governo non solo con il centrosinistra rappresentato dal Pd, ma anche con la sinistra cosiddetta ‘estrema’ di Fratoianni e Boldrini. Allo stesso modo, su un tema scottante come la riforma della legge elettorale, potrebbe verificarsi una nuova, inedita, unione di interessi: quella tra il Segretario dem Nicola Zingaretti e il leader leghista Matteo Salvini, dalla stessa parte della barricata in favore di una legge elettorale di stampo maggioritario.

Avversari dei rossoverdi sarebbero, in questo caso, i pentastellati di Luigi Di Maio e Italia Viva di Matteo Renzi, accomunati dalla necessità di favorire una riforma in senso proporzionale. Questo almeno secondo il retroscena riferito da Wanda Marra sulle colonne del Fatto Quotidiano di sabato 21 settembre.

Nicola Zingaretti d’accordo con la Lega: ‘Non possiamo tornare al proporzionale puro’

“Non possiamo tornare al proporzionale puro e rinunciare ai capisaldi del maggioritario”. Sono queste le parole che, secondo la giornalista del Fatto Quotidiano Wanda Marra, il Segretario dem Nicola Zingaretti dovrebbe pronunciare lunedì prossimo nel corso della direzione del Pd che dovrà anche discutere della recente scissione messa in atto da Matteo Renzi per fondare Italia Viva.

Insomma, la stessa linea politica della tanto odiata Lega di Matteo Salvini. Proprio ieri, infatti, all’inaugurazione di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia che si tiene all’isola Tiberina a Roma, l’ex Sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti aveva ribadito che la Lega è pronta a collaborare con chiunque sulla riforma della legge elettorale, “basta che non facciano il proporzionale”.

Posizione subito sposata dal dem Graziano Delrio, ospite della kermesse romana, il quale ha ricordato come una riforma elettorale in senso proporzionale non sia prevista nel programma del governo Conte Due. Anche i ‘padri nobili’ del Pd, poi, Walter Veltroni e Romano Prodi, giurano fedeltà eterna al maggioritario. Il motivo della strana alleanza tra Pd e Lega è presto detto: i partiti più grandi sono favoriti dal maggioritario.

A M5S e Italia Viva conviene il proporzionale

Dall’altra parte della barricata, dunque, si schierano giocoforza i restanti attori del palcoscenico politico: M5S e Italia Viva. I piccoli partiti, come il neonato movimento di Matteo Renzi, soffrono maledettamente la legge elettorale maggioritaria che rischia di condannarli all’irrilevanza o, addirittura, alla sparizione. Con il proporzionale, invece, anche con pochi punti percentuali ottenuti nelle urne, si rischia di restare decisivi per la formazione e la sopravvivenza di un esecutivo. Per questo motivo, Renzi necessita assolutamente del proporzionale. E il M5S, dal canto suo, non avendo una coalizione intorno a sé, ha bisogno come il pane del proporzionale.