Secondo Matteo Salvini a bordo della Sea Watch 3 erano presenti tre criminali libici: la notizia, fornita quest'oggi dalle pagine del Giornale secondo la giornalista Chiara Giannini parla dell'arresto di tre torturatori di nazionalità libica, che sarebbero stati arrestati alcune settimane fa in Sicilia. Salvini vuole spiegazioni da parte del governo e si dichiara pronto a denunciare i parlamentari saliti a bordo della nave prima dello sbarco a Lampedusa.

Le parole di Salvini

Lo scorso 29 giugno, dopo un duro ed estenuante braccio di ferro con le autorità italiane, era approdata sulle coste di Lampedusa la Sea Watch 3 capitanata da Carola Rackete: secondo Salvini, intervenuto durante un comizio in Umbria, a Passignano sul Trasimeno, quel giorno, oltre ai migranti, l'imbarcazione avrebbe portato in Italia "tre immigrati accusati di violenze, stupri, sequestro, omicidio".

Le tre persone sono Mohammed Condè, 27 anni, di cittadinanza guineana, e Hameda Ahmed e Mahmoud Ashuia, di ventisei e ventiquattro anni, di cittadinanza egiziana.

Oltre ad aver violato le leggi, speronando la motovedetta della Finanza, il leader della Lega vuole ricordare come alcuni parlamentari del Partito Democratico fossero saliti sulla nave per chiedere di far sbarcare tutte le persone a bordo, compresi questi individui "sospettati di essere feroci criminali". L'ex ministro dell'Interno chiede che siano fatti dei chiarimenti e si rivolge direttamente al Premier, al Ministro degli Esteri, al Ministro della Giustizia, e al Viminale. "Siamo pronti a denunciare Rackete e i parlamentari che hanno voluto a tutti i costi lo sbarco".

Vuole inoltre che questi parlamentari chiedano scusa al paese.

In attesa di certezze

Sulla notizia, ancora non certa, ma che potrebbe essere vera, considerato l'arresto dei tre immigrati, servirebbero forse chiarimenti anche da parte dello stesso ex Ministro dell'Interno Salvini: ricordiamo che nelle fasi convulse dello sbarco della Sea Watch 3, mai formalmente autorizzato, era comunque il leader della Lega a ricoprire l'incarico più alto del Viminale.

E, come sottolinea Giornalettissimo, bisogna anche ricordare che la denuncia è partita proprio da altri migranti che hanno riconosciuto, dopo essere sbarcati in Italia, i loro passati aguzzini, che oggi, senza questa denuncia, potrebbero ancora torturare e commettere violenze all'interno dei campi di detenzione presenti in Libia.

Non molto tempo fa la stessa Rackete era intervenuta nel corso di Hardtalk, programma in onda sulla BBC, ed aveva difeso la sua scelta di forzare il blocco a largo di Lampedusa, in modo da far sbarcare le persone, allo stremo delle forze. Incalzata più volte dal conduttore Stephen Sackur, Carola Rackete aveva sottolineato con forza come sarebbe stato sbagliato sbarcare in un porto della Libia, un paese in cui molti migranti sono "vittime di violazioni".