Il relatore della modifica Giuseppe Brescia ha dichiarato: "Siamo convinti che bisognerà mettere mano alla legge elettorale e portare puntuali correttivi alla Carta costituzionale", essendo il taglio dei parlamentari solo il primo di molti passi necessari a diminuire il numero di persone che compongono il Parlamento, tra Camera Deputati e Senato, che determina un improvviso squilibrio delle forze presenti in Parlamento. Il Decreto Legge è passato con 553 voti a favore, 14 contrari e due astenuti.

Secondo Di Maio: "Questo è solo il primo passo di un nuovo sforzo di riforma delle istituzioni repubblicane, che abbia una direzione e un senso precisi: rafforzare le nostre istituzioni, a partire dal Parlamento, per rispondere alla minaccia che ormai da decenni è rivolta contro la democrazia liberale".

Che cosa cambia in Parlamento

All'articolo 1 del Decreto di Legge si prevede la riduzione del numero dei Deputati, da 630 a 400 e conseguente diminuzione dei deputati esteri da 12 ad 8. L'articolo 2 invece riguarda il Senato, che passa da 315 a 200, senatori a vita 5, senatori esteri da 6 a 4. Tale cambiamento andrà in vigore dalla data del primo scioglimento della prima cessazione delle Camere, successiva alla data di entrata in vigore della legge costituzionale, non prima che siano decorsi da essa sessanta giorni. Oggi c'è un deputato a disposizione di 96.006 cittadini, dopo questa legge sarà 1 per 151.210; per quanto riguarda il Senato, oggi c'è un senatore ogni 192.013 italiani, in seguito uno ogni 302.420.

Saranno modificati anche alcuni Regolamenti Parlamentari di conseguenza, ed il Presidente Fico ha già convocato la Giunta per a tale scopo.

Allargamento della platea elettiva e nuova legge elettorale

Per migliorare il rapporto tra cittadini e Stato, e per incentivare la partecipazione al voto ed alle decisioni politiche nazionali, è in discussione un allargamento dei confini di età minima necessaria per esprimere il proprio voto, 16 anni per la Camera dei Deputati, 18 anni per il Senato.

"Entro la fine di quest'anno, inoltre", ha dichiarato Di Maio, "presenteremo un progetto di una nuova legge elettorale per Camera e Senato che possa affrontare le necessità che un sistema elettorale deve avere: quindi, non solo cercare di garantire una stabilità delle istituzioni, ma anche il pluralismo politico, il pluralismo territoriale e la tutela delle garanzie previste dalla nostra Costituzione per le minoranze".

Restano da una parte, per ora, ma probabilmente ripresi in futuro, gli argomenti del Bicameralismo perfetto, che andrebbe superato, e dell'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Alcune opinioni sulla modifica oggi approvata

Nicola Stumpo, di Liberi e Uguali, ritiene insufficiente basare un eventuale miglioramento dell'attività parlamentare sul numero delle persone: "La qualità non si dà abbassando il numero dei parlamentari: la qualità la si ha, se si è persone capaci di produrre effetti per il Paese; non dicendo: siamo in meno e, quindi, è meglio".

Fabio Rampelli, di Fratelli d'Italia, ha sottolineato una certa strana coincidenza, pur votando sì alla riduzione: "Quando si dovesse aprire, come noi ci auguriamo e lavoreremo per questo, una crisi di Governo, difficilmente l’attuale maggioranza numerica, sapendo che un terzo dei parlamentari non sarà riconfermato, sfiducerà il Governo.

Quindi, è una norma che, inserita, incastonata come un diamante in un anello, sarà difficile estirpare da questo contesto".

Giusi Bartolozzi, di Forza Italia, ha dichiarato: "La riduzione del numero dei parlamentari inciderà positivamente sia sui costi del processo decisionale in sé considerato, sia sull’impatto macroeconomico finanziario delle decisioni stesse".

Gennaro Migliore, di Italia Viva, ex Pd, ha dovuto usare il suo tempo, durante le dichiarazioni del giorno precedente al voto, per spiegare come mai la sua posizione fosse passata dall'essere fermamente contrario a cautamente favorevole: "L’elemento fondamentale che ci spinge oggi a modificare la nostra opinione è che l’idea possa essere tenuta all’interno di una cornice che prevede ulteriori passi in senso riformatore", tornando quindi ad esprimere che questa modifica non dovrebbe esistere senza una serie di altre riforme necessarie.

Andrea De Maria, Pd: "Per noi il tema è rafforzare la democrazia rappresentativa, rafforzare le istituzioni democratiche e renderle più capaci, nel rapporto di credibilità con i cittadini, nel loro funzionamento, di rispondere alle sfide di una società che cambia".