Mobilitazione in vista per quanto riguarda i poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco e forestali che hanno deciso di scendere in piazza a Roma, il prossimo 22 ottobre in piazza Montecitorio dalle 11:00 alle 14:00. Molte le richieste delle parti interessate, dalla sicurezza al riordino delle carriere, dalle proteste contro i tagli all'aumento degli straordinari. Secondo il poliziotto Andrea Cecchini le istituzioni non possono restare in silenzio e indifferenti alle loro richieste.

Maggiore sicurezza per gli agenti

Polizia, carabinieri, vigili del fuoco e finanzieri sono pronti a scendere in piazza il prossimo 22 ottobre a Roma per dar voce alla loro rabbia: si sentono "servitori sì, ma non servi" e protestano contro la Politica che ha usato gli agenti di polizia per interessi di partito, mettendo da parte la sicurezza degli agenti.

Andrea Cecchini, sindacalista e poliziotto, fa sapere che sarà in piazza per far vedere ai politici "tutte le promesse fatte in questi anni e mai mantenute".

Sono molti i motivi per cui le forze di sicurezza scenderanno in piazza: dal riordino delle carriere degli agenti, all'aumento del lavoro straordinario, dai nuovi contratti alle tutele legali e sanitarie per gli agenti di sicurezza. Ed in primis viene chiesta maggiore sicurezza, per tutti quelli che operano sulla strada: gli agenti sono senza mezzi adeguati, senza armi efficaci a causa dei tagli che "hanno impedito di acquistare gli strumenti che ci servono". La politica ha speso per altri settori, ma ha tralasciato l'aspetto della sicurezza.

Anche il mancato arrivo dei taser, fermi "per colpa dei tagli": secondo Cecchini se ogni agente ne avesse uno in dotazione, oggi ci sarebbero sicuramente meno operatori feriti e forse anche qualche morto in meno. Lamenta inoltre l'assenza di un protocollo chiaro e definito che spieghi esattamente come deve comportarsi un operatore in ogni momento e finora si ricorre più che altro all'improvvisazione.

Creare un movimento dal basso

In occasione della prossima manifestazione Cecchini annuncia che non ci saranno simboli di sindacati e l'idea è quella di far partire un "movimento dal basso" che possa ottenere anche il sostegno e la vicinanza dei cittadini. La partecipazione al sit-in davanti a Montecitorio è libera.

Se la polizia ha scelto di servire le istituzioni, lo fa con sacrificio, ma ora decide di scendere in piazza in quanto non ci sta più a fare "la parte dei servi".

Soltanto in Italia, aggiunge Cecchini, chi aggredisce un uomo o una donna in divisa non subisce gravi conseguenze. E le aggressioni passano in sordina "senza che nessuno si scomponga più di tanto". La rabbia è dovuta anche a causa di quel senso di impunità di cui sembrano godere, a suo avviso, i malviventi.

Adesso gli agenti sono stanchi di "vedersi mortificati": non rinnegano affatto il giuramento fatto e non si voltano indietro di fronte alle ingiustizie. Cecchini ravvisa però che "l'indifferenza delle istituzioni" sta diventando più forte, e non si può restare in silenzio.