Alla Farnesina è stato presentato il nuovo decreto interministeriale Esteri-Giustizia-Interno per quanto concerne la questione dei migranti. "Non credo che la soluzione sia di accoglierli tutti" ha affermato il capo della diplomazia italiana e leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio. "La soluzione" prosegue il pentastellato "è dire: chi può stare qui deve essere redistribuito negli altri Paesi, chi invece non può non possiamo aspettare due anni per rimpatriarlo".

Dunque, il messaggio che trapela dalle parole del ministro degli Esteri è tutt'altro che incomprensibile.

"È inutile che venite se non avete i requisiti d'asilo" puntualizza espressamente Di Maio "Perché in maniera pacifica e democratica vi rimandiamo indietro".

Il decreto interministeriale

Punto fondante del nuovo decreto sorto dall'attiva cooperazione dei ministeri degli Esteri, della Giustizia e dell'Interno è il rimpatrio sicuro in quattro mesi, e non due anni, verso i tredici Paesi, i cui nomi compaiono esplicitamente all'interno del provvedimento: Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia, Capo Verde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia e Ucraina.

In altri termini, questa deliberazione dovrebbe sensibilmente accelerare le decisioni delle commissioni territoriali atte a valutare le richieste di protezione internazionale.

Inoltre, fa parte del programma di governo che prevede di focalizzare l'attenzione sulle cosiddette politiche di accoglienza per chi ha la possibilità di restare in questo Paese e di riammissione per quanti invece, tenendo conto delle regole internazionali, non possono.

A giudizio del capo politico del Movimento Cinque Stelle, la sentenza non va ad intaccare i diritti umani; piuttosto riguarda "Le procedure farraginose dei Paesi, anche del Mediterraneo, con cui lavoriamo e commerciamo tutti i giorni".

In definitiva, la redistribuzione dei migranti è ben lungi dall'essere una soluzione efficace, pertanto sarebbe più opportuno "Fare accordi con democrazie che votano, con Paesi con cui abbiamo fatto accordi commerciali, come ad esempio quello sull'olio tunisino".

Cooperare per incrementare lo sviluppo

Luigi Di Maio anticipa che nelle prossime settimane si recherà in paesi come la Tunisia per proporre un'accelerazione degli accordi e delle procedure di rimpatrio.

Inoltre "Il fondo rimpatri", spiega ancora il leader pentastellato, "Che può arrivare a 50 milioni di euro, va implementato". "Non è il fondo che ci serve per pagare le spese di rimpatrio" puntualizza "Ma il fondo che ci permette di implementare gli accordi attraverso i progetti di cooperazione allo sviluppo".

Quanto al decreto Sicurezza non sarà messo in discussione né in contrapposizione con altri provvedimenti, ma si attendono le osservazioni e considerazioni del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.