Dietro alle accuse lanciate da Matteo Salvini al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ci potrebbe essere una classica spy story all’americana. Il leader della Lega punta il dito contro il suo ex Premier nel governo gialloverde per la storia dei presunti contatti tra servizi segreti italiani e Usa, desiderosi questi ultimi di strappare appoggi internazionali e notizie esclusive contro il Russiagate, lo scandalo che rischia di portare il Presidente Donald Trump all’impeachment. Sul banco degli imputati ci sarebbero gli eventuali rapporti tra il governo di Washington e l’Università Roma Link Campus, dove insegna il professor Joseph Mifsud, ritenuto una ‘gola profonda’ del caso Russiagate, che avrebbe parlato di mail “compromettenti” di Hilary Clinton finite in mano ai russi.

Di questo avrebbero discusso in gran segreto a Roma il Procuratore generale Usa William Barr e i vertici dell’intelligence italiana. Un fatto gravissimo secondo Salvini.

Conte deve spiegare i presunti incontri tra i servizi segreti italiani e americani

Giuseppe Conte dovrà presto presentarsi in audizione di fronte al Copasir (il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti) per fornire la sua versione circa i presunti incontri, avvenuti a Roma il 15 agosto e i 27 settembre scorsi, tra il Procuratore generale Usa Barr, il capo del Dis (coordinamento tra i servizi) Gennaro Vecchione e i generali Luciano Carta e Mario Parente, rispettivamente numeri uno di Aise (servizio segreto esterno) e Aisi (interno).

Sul tavolo degli incontri carbonari ci sarebbero stati i presunti rapporti tra l’Università Roma Link Campus e gli 007 dei rispettivi Paesi. Il sospetto è che il professor Mifsud, ritenuto “pedina importante” del Russiagate, abbia potuto usufruire di una sorta di copertura, perché in possesso di documenti che avrebbero potuto mettere nei guai Hilary Clinton, avversaria di Trump nelle Presidenziali del 2016.

Insomma, il sospetto è che gli italiani abbiano dato una mano all’amministrazione repubblicana. Per questo Conte dovrà chiarire perché abbia autorizzato un politico straniero ad incontrare i nostri servizi segreti, dopo averlo contattato lui stesso.

Matteo Salvini punta il dito contro Giuseppe Conte: ‘Ha fatto di testa sua’

Il solo sospetto che Giuseppe Conte possa aver mentito o tenuto nascoste notizie al parlamento e ai governi che ha presieduto e che presiede tutt’ora, fornisce a Matteo Salvini la benzina necessaria per mettere in moto la sua macchina di accuse contro l’ex alleato.

“Conte si è tenuto la delega ai servizi segreti - dichiara il leader della Lega - evidentemente l’avvocato del popolo ha interesse a controllare i servizi, non so se per motivi solo esterni o anche interni - aggiunge sibillino - non ha mai interpellato nessuno, ha fatto di testa sua, e credo non abbia fatto il bene del Paese”. Addebiti pesantissimi, replicati questa mattina durante la trasmissione Agorà di Rai 3. “Se il Presidente del Consiglio usava e continua usare tutt’ora i servizi segreti come una sua dépendance - ha ribadito Salvini - come dei suoi portatori di acqua e di bevande, spieghi al popolo italiano perché e per come”.