Il contenuto del decreto fiscale collegato alla manovra economica, da poco approvato dal governo Conte, riesce nell’impresa di far ‘litigare’ persino Marco Travaglio e il M5S. Il direttore del Fatto Quotidiano - da sempre descritto come simpatizzante e, da qualcuno (Piero Sansonetti ndr), addirittura come “vero capo” del Movimento - ha infatti pubblicato un editoriale sul suo giornale per puntare il dito proprio contro i pentastellati colpevoli, a suo dire, di voler tirare troppo la corda sul tema dell’evasione fiscale, a lui tanto caro fin dai tempi di Tangentopoli e di Silvio Berlusconi.

In pratica, Luigi Di Maio e compagni vengono sospettati dal giornalista di ritenere il loro Premier, Giuseppe Conte, niente di meno che un “millantatore” che avrebbe mentito sulla riduzione delle commissioni bancarie sui Pos. Atteggiamento che, agli occhi di Travaglio, li fa sembrare subito simili ai loro più acerrimi avversari come i due Matteo, Renzi e Salvini, oltre all’inossidabile B.

Marco Travaglio manda ‘contanti saluti al M5S’

Fin dal titolo del suo editoriale, ‘Contanti saluti al M5S’, pubblicato sul Fatto Quotidiano sabato 19 ottobre, Marco Travaglio lascia intendere chiaramente quale sia il suo obiettivo: criticare il Movimento a causa degli innumerevoli paletti che sta mettendo sulla strada della lotta all’evasione fiscale che il Premier Conte ha promesso di combattere con ogni mezzo.

Travaglio mette a confronto due post apparsi sul Blog delle Stelle, quello ufficiale del M5S. Il primo porta la data del 16 settembre 2016 ed è una richiesta di scuse all’allora Premier Matteo Renzi il quale, tra i 10 fallimenti che gli venivano imputati, poteva vantare anche quello sulla mancata lotta alla corruzione. La sua colpa sarebbe stata quella di “aver alzato la soglia del contante fino a 3mila euro”, rendendo praticamente non punibili anche i grandi evasori.

Il direttore del Fatto paragona i pentastellati a Renzi, Salvini e Berlusconi

Il secondo post preso in considerazione da Marco Travaglio è, invece, del 18 ottobre scorso. Il direttore del Fatto riporta un ampio stralcio della posizione espressa ufficialmente dal M5S che si dice d’accordo con le proposte contenute nel decreto fiscale, come il tetto al contante e le multe per il mancato utilizzo del Pos.

Peccato che, secondo i pentastellati, quelle appena elencate non rappresentino “vere misure anti evasione”, perché non farebbero “recuperare risorse”, ma al contrario rischiano di far sembrare l’attuale governo come quelli passati, ovvero come nemico di “commercianti, professionisti e imprenditori”. Per evitare quello che vien ritenuto un “segnale devastante” per l’opinione pubblica, il M5S dichiara di stare ancora cercando un’intesa su alcuni punti. Ma questo ‘ricatto politico’ al Premier Conte non piace affatto a Travaglio che lo difende ritenendo sincere le sue dichiarazioni sulla prossima riduzione delle commissioni bancarie. “Quindi, se il problema è solo quello delle commissioni, è un non-problema - conclude Travaglio attaccando - a meno che i 5Stelle non pensino che il loro Premier è un millantatore. Nel qual caso, lo dicano” così apparirebbero subito come i “nuovi alleati di Renzi (e naturalmente di B. e Salvini) nella difesa dell’evasione”.