L'ultima parte dell'anno è quella in cui si parla molto di manovre economiche, di tasse e di strategie. Tra gli argomenti ed i propositi più gettonati ci sono quelli di abbassare le tasse e, soprattutto, il costo del lavoro. Molti, però, hanno la sensazione che il perdurare di atavici problemi rischi di paralizzare in maniera forse definitiva la situazione economica del Paese. Tra questi c'è Massimo Giletti che, ospite a L'aria che tira, ha scelto di utilizzare toni particolarmente decisi per sottolineare come, al momento, l'Italia stia quasi sottovalutando il rischio di non essere più in grado di attrarre investimenti dall'estero.

I motivi sarebbero rintracciabili nell'incapacità di rendere la produzione di lavoro più vantaggiosa e forse in uno scarso coraggio nel tagliare le spese improduttive. Il giornalista e conduttore è stato protagonista di un duello dialettico, seppur civile, abbastanza ruvido con i suoi interlocutori, con particolare riferimento all'esponente del Movimento Cinque Stelle Ignazio Corrao.

Giletti dice che pochi investono in Italia

Tra i temi che, da tempo, catalizzano l'attenzione della Politica c'è quella di individuare un modo di stimolare gli investimenti da parte di chi ne ha facoltà o proviene dall'estero. Secondo Massimo Giletti potrebbe trattarsi di un traguardo utopico, almeno a giudicare da come descrive la situazione attuale.

"Siamo - ha evidenziato - un Paese che si regge su poche persone che hanno il coraggio di investire. Nessuna azienda importante investirà più nel nostro Paese. Non dà sicurezza, non dà certezze. Ha delle falle enormi". Toni allarmistici che nascono dalla consapevolezza che, altrove, potrebbe esserci maggiore convenienza a immaginare lo sviluppo di una propria azienda.

"Perché - chiede - io straniero devo investire in Italia quando ho tutto il mondo davanti?".

Per Giletti nessuno vuole tagliare spese improduttive

A quel punto sceglie di menzionare un esempio concreto: "L'Irisbus è stata chiusa per andare in Francia, non in Romania". E non manca una frecciata che rischia di urtare la sensibilità di Ignazio Corrao, dato che tira in ballo una delle misure bandiera del Movimento Cinque Stelle.

"Se - evidenzia - la politica non capisce che deve mettere condizioni diverse per chi produce lavoro continuerete a fare il reddito di cittadinanza per tutti. Anche per me, anche le televisioni chiuderanno". Poi tira in ballo un altro esempio che lo lascia interdetto. "Mi dovete- tuona - spiegare perché, nel Giuseppe Conte 1, i commissari per la spending review sono rimasti in carica soltanto sette giorni".

Dopo l'interrogativo si regala da solo una risposta polemica: "Perché in Italia quando c'è da tagliare spese improduttive nessuno vuole fare spese anti-convenienza partitica".