Ha destato sicuramente polemica il gesto compiuto la scorsa domenica dal parroco Don Biancalani, parroco di Vicofaro, comune in provincia di Pistoia, che ha invitato i suoi fedeli alla fine della messa a cantare la celebre canzone Bella Ciao. L'annuncio era arrivato su Facebook alcuni giorni prima da parte dello stesso sacerdote, molto attivo nel suo comune sul tema dell'accoglienza ai migranti. A nulla sono serviti gli ammonimenti della Curia contro la scelta di cantare quella canzone. I concittadini non sembrano molto contenti di questa scelta, mentre il parroco sostiene che non è male occuparsi di Politica, se questa è la ricerca del bene comune.

Bella Ciao a fine messa

Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, l'aveva anticipato giovedì sul suo profilo Facebook: "Al termine della messa la domenica canteremo Bella ciao". E la scorsa domenica ha mantenuto la promessa invitando i fedeli a cantare la celebre canzone, simbolo della resistenza e dei movimenti di liberazione partigiani. Nel post aveva scritto che "Vicofaro non si lega. Nessun dialogo con chi fomenta odio".

La diocesi però aveva mostrato la sua netta contrarietà, e attraverso una nota stampa aveva ricordato come all'interno di una chiesa si devono eseguire solamente canti che sono appropriati ad un luogo di culto. Quello del parroco, si legge, è un "comportamento provocatorio assolutamente inopportuno e oltretutto controproducente".

E nella nota si invita il sacerdote anche ad un'attenzione maggiore nell'utilizzo dei social network.

La reazione dei fedeli

La scelta compiuta dal parroco non è piaciuta a molti fedeli. Alcuni di loro, intervistati da Il Giornale, raccontano come fossero in pochi i parrocchiani che cantavano la canzone. "C’erano una decina di giornalisti, qualche curioso come me e una ventina di partecipanti", testimonia un signore, che non ha apprezzato questa scelta, visto che non si trattava né del luogo, e nemmeno del momento adatto.

"Una decisione particolare, più che altro perché non vedo una connessione con la Chiesa" racconta invece un ragazzo. Un'altra persona sottolinea come la chiesa non dovrebbe essere "un luogo di politica". Il parroco però sembra tranquillo e non sembra essere interessato alle critiche che gli vengono rivolte e pensa che se la politica è intesa come servizio per il bene comune, la Chiesa allora "deve occuparsene eccome".

Bella ciao a suo avviso è un canto che "rappresenta la nostra storia", in quanto è simbolo della "lotta contro le ingiustizie". Ed è proprio contro queste che si lotta, sottolinea Don Biancalani: "Noi oggi giorno stiamo lottando contro le ingiustizie, accogliendo i migranti. Siamo dei resistenti della solidarietà e dell'accoglienza".