Il filosofo e opinionista ebreo Alain Finkielkraut, intervistato da Stefano Montefiori del Corriere della Sera, ha parlato del rapporto tra i partiti di sinistra in Europa e l'antisemitismo, andando a toccare anche il delicato tema della Commissione Segre. A suo avviso quella commissione, che ha il fine di lottare contro l'odio e il razzismo, può aver provocato una legittima inquietudine.

A suo avviso in Europa ci sono due diversi antisemitismi, uno che affonda nell'estrema destra europea, e uno che invece è più vicino ai musulmani in opposizione ad Israele.

Le parole del filosofo

Alain Finkielkraut parla a tutto tondo della sinistra e del suo rapporto con l'antisemitismo. Parlando del caso italiano è dell'idea che la nascita di una commissione contro l'odio, la Commissione Segre, può aver originato "un'inquietudine legittima". Infatti, a suo avviso, con la scusa di lottare contro il razzismo, "in Europa c'è la tendenza a stigmatizzare, se non addirittura criminalizzare, ogni cautela sull'immigrazione".

Ovviamente questo non dà ragione agli "ignobili insulti" rivolti contro la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, ideatrice della Commissione. Alla domanda se il clima politico italiano, di tendenza sovranista e nazionalista, abbia potuto favorire quel tipo di insulti, quel diventare italiani che non è possibile per Liliana Segre perché ebrea o per Balotelli perché non è bianco, il filosofo risponde che questo è un tipo diverso di antisemitismo. Per lui comunque è "atroce attaccare una donna irreprensibile" che è sopravvissuta all'immane tragedia dell'Olocausto.

L'antisemitismo della sinistra europea

A suo avviso, oggi in Europa ci sono due tipi di antisemitismo, quello le cui radici affondano nella destra estrema, come nel caso dell'Italia o della Polonia, e un altro tipo di sinistra, come quello della Francia e del Regno Unito, in cui l'antisemitismo non è un "volto del razzismo", ma una "patologia dell'antirazzismo".

Con lo scopo di difendere l'Islam infatti si va contro gli ebrei.

Secondo il filosofo francese in caso di vittoria del laburista Corbyn alle elezioni in Gran Bretagna, per la prima voto Hitler ci sarebbe un governo con un "politico anti-ebrei". Il laburista, a suo avviso, pur negando di essere antisemita, è andando troppo oltre nel sostenere le tesi degli islamisti, e "il suo partito è infestato dall’antisemitismo". A suo avviso, la destra difende maggiormente gli ebrei piuttosto che la sinistra, e si tratta di "un capovolgimento inaudito", visto che oggi la sinistra, per motivi elettorali, ha scelto "il partito dell’Islam politico".