Continua a far discutere e ad eccitare gli animi il cosiddetto caso Segre. I fatti sono noti: alcuni giorni fa il Senato ha istituito una Commissione contro razzismo e antisemitismo che porta il nome di Liliana Segre, la senatrice a vita di origini ebraiche reduce da Auschwitz. Contro di lei si sono riversati sui social network migliaia di insulti e di minacce. Per questo motivo, il prefetto di Milano ha deciso di disporre una scorta armata in sua difesa. Sulla questione sono intervenuti quasi tutti i politici, compreso Matteo Salvini, il quale ha dichiarato che “le minacce contro Segre, contro Salvini, contro chiunque sono gravissime, anche io ne ricevo quotidianamente”.

Un commento che non è piaciuto affatto al parterre di Otto e mezzo, riunito intorno a Lilli Gruber nella serata di giovedì 7 novembre. Sia la conduttrice che il suo collaboratore Paolo pagliaro, passando per gli ospiti Paolo Mieli e Antonio Padellaro, hanno usato parole durissime per censurare il comportamento del leder della Lega: “Come si permette?”.

La rabbia di Paolo Pagliaro contro Matteo Salvini: ‘Come si permette di paragonarsi alla Segre?’

La puntata di Otto e mezzo di giovedì 7 novembre si sta consumando più o meno in maniera compassata, visto che in studio non ci sono ospiti ‘scomodi’ con cui Lilli Gruber possa battibeccare, ma i placidi giornalisti Paolo Mieli e Antonio Padellaro. Verso la fine della trasmissione, come di consueto, va in onda ‘Il punto’ di Paolo Pagliaro.

Proprio a conclusione del breve servizio, lo stretto collaboratore della Gruber cita la frase pronunciata da Matteo Salvini su Liliana Segre sul fatto che anche lui riceva minacce, decidendo di commentarla senza nascondere il suo disagio e la sua rabbia. “Ma come si permette?”, sbotta Pagliaro.

Lo studio di Otto e mezzo in rivolta contro il leader della Lega: ‘Ha stufato’

Parole che piombano come un fulmine a ciel sereno nello studio di Otto e mezzo. “È così? Come si permette Matteo Salvini di paragonarsi a Liliana Segre?”, domanda allora Lilli gruber ad Antonio Padellaro. “Ha ragione perfettamente Pagliaro. Come si permette - le risponde indignato l’ex direttore del Fatto Quotidiano - Questa dichiarazione è molto grave perché è un modo per dire e non dire, mancando di rispetto alla persona e alla storia della Segre.

Ma anche continuando a fare l’occhiolino a quei settori dell’estrema destra che votano per la Lega. Se Salvini vuole fare lo statista e l’uomo di governo - conclude Padellaro - dovrebbe prendere le distanze da quei voti e dire che non gli appartengono. E invece lui continua a fare il furbo con dichiarazioni vergognose come questa”. La Gruber prova allora a smorzare i toni. “In serata Salvini ha fatto un po’ marcia indietro parlando di comprensione e vicinanza alla Segre”, prova a giustificarlo, anche se senza troppa convinzione. “Ma non basta - la rimbrotta Paolo Mieli - le marce indietro non sono più ammesse in Politica. Condivido quello che hanno detto Pagliaro e Padellaro. Uno faccia una dichiarazione e non deve fare né ritrattazioni, né marce indietro.

Poi su questo argomento ha stufato, basta, dica una parola chiara e non ci metta un’aggiunta”. Conclusione affidata alla conduttrice: “E credo che dovremo aspettare ancora molto tempo per sentire una sua presa di distanze chiara senza se e senza ma”.