Alcuni giorni fa l’aula del Senato ha approvato la cosiddetta Mozione Segre (dal nome della sua prima firmataria, la senatrice a vita Liliana Segre), con la quale viene istituita una Commissione monocamerale di controllo per combattere razzismo, antisemitismo e ogni forma di istigazione all’odio. Una battaglia portata avanti e, alla fine, vinta, dall’anziana donna, testimone diretta dello sterminio e sopravvissuta alla deportazione nel campo di Auschwitz. A far discutere è stata l’astensione di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia al momento del voto (a Palazzo Madama l’astensione vale come voto contrario ndr).

Ne sono nate le solite polemiche a non finire e a farne le spese è stata la stessa Segre, fatta oggetto di turpi ingiurie sui social network che hanno preso di mira le sue origini ebraiche. Tra le tante reazioni al caso Segre, c’è sicuramente da segnalare quella di Diego Fusaro. Il filosofo sovranista esprime sì solidarietà alla malcapitata, ma ritiene senza dubbio che la stessa sia stata “strumentalizzata” da chi vuole invece “delegittimare il dissenso” politico.

Diego Fusaro spiega il significato della Commissione Segre

La notizia dell’istituzione della Commissione contro razzismo e antisemitismo è stata accolta con favore dalla maggior parte dei commentatori. A fare eccezione, come spesso gli capita, è stato Diego Fusaro.

Il filosofo di formazione marxiana e gramsciana, ma descritto da più parti come sovranista, ha prima espresso la sua opinione nel corso della trasmissione RadioAttvità su Radio Radio. Concetti poi ribaditi nella sua rituale rubrica Lampi del pensiero, tenuta su affaritaliani.it. ‘Mozione Segre, una censura Politica. La senatrice è strumentalizzata’.

Già dal titolo del suo editoriale, Fusaro lascia intendere chiaramente cosa ne pensi del caso Segre. Chiamare alla lotta contro l’antisemitismo, infatti, rappresenta per lui solo un “pretesto” finalizzato a “chiedere la censura in rete delle idee non allineate”.

Fusaro: ‘Censura fucsia e arcobaleno continua la folle logica del nazismo’

Secondo Diego Fusaro è “chiaro come il sole” che la Commissione che porta il nome di Liliana Segre non si occuperà di antisemitismo, bensì di “censura politica”. Insomma, il tanto osannato antisemitismo ridotto a “pretesto” dal filosofo, utile invece per “chiedere la censura in rete delle idee non allineate, non gradite, non conformi con il pensiero unico politicamente corretto”. Vero che gli attacchi antisemiti subiti dalla Segre sui social sono disgustosi, ma lo è altrettanto la sua “strumentalizzazione fatta dai padroni del discorso del totalitarismo liberale”. Fusaro si rivolge poi con una domanda retorica agli “stolti” che non hanno capito che il caso Segre è stato montato ad arte dal “totalitarismo arcobaleno” con l’unico obiettivo di “criminalizzare il dissenso” rispetto all’ordine costituito. Niente più “lotta di classe” e “odio verso i padroni”, altro che battaglia contro il razzismo. Insomma, conclude Fusaro, una logica “folle” molto simile a quella del nazismo.