In campo politico continua a tenere banco il tema Ilva. È noto che ArcelorMittal è pronta a lasciare l'acciaieria di Taranto, ma il dibattito si articola attorno al cosiddetto scudo penale. La revoca dell'immunità rappresenterebbe uno degli strumenti che permetterebbero al colosso indiano di recedere dal contratto sull'impianto pugliese. A rischio ci sono sedicimila posti di lavori, considerando anche l'indotto. Sono in tanti a ritenere che il gruppo stia giocando 'sporco', ma c'è anche chi punta il dito sulla scelta politica del Movimento Cinque Stelle di revocare lo scudo.

Andrea Scanzi, da ospite della trasmissione di La 7 Otto e mezzo, ha tirato diverse frecciate nei confronti di Matteo Salvini, ricordando come oggi contesti la cosa, ma di fatto a votare ciò che è accaduto è stata una maggioranza che comprendeva anche la Lega. Un'accusa che, poi, si sposta su vari temi del modus operandi 'salviniano'.

Scanzi sottolinea che il problema di Ilva è industriale

Ad Otto e mezzo si parla di Ilva e del possibile, forse probabile, addio a Taranto di ArcelorMittal. "L'unica strada - ha sottolineato Scanzi - per uscire da questa vicenda straziante è quello che ha provato a fare Conte: essere sinceri, dire che non ci sono miracoli e provare a stringere alle proprie responsabilità ArcelorMittal, senza insistere troppo su questo scudo penale.

Il problema è industriale, non è giuridico". Scanzi non condivide con Salvini l'addebitare troppe responsabilità a Di Maio: "Mi fa un po' ridere, la colpa sarà di quelli che c'erano prima. Saranno di quei dodici segreti salva-Ilva dei precedenti governi". E citando Emiliano parla anche di interessi poco chiari del colosso rispetto alle colpe: "Sarà anche colpa soprattutto del fatto che nel 2017 fu fatta vincere l'asta ad ArcelorMittal che era quella che aveva più soldi innegabilmente, ma era anche quella che avevano meno interesse a rilanciare Ilva.

In quanto multinazionale dell'acciaieria aveva tutto l'interesse a ridimensionare Ilva, prendere i suoi clienti e togliere migliaia di operai".

L'attacco a Salvini si fa diretto

Rispetto, invece, alla capacità di Salvini di convogliare l'opinione pubblica su precisi binari di pensiero è chiaro: "Evidentemente c'è una parte di paese che crede a prescindere a tutto ciò che dice e che fa".

"Si è scagliato - ha evidenziato Scanzi - contro questo governo perché non c'è più lo scudo penale, dimenticando che lo ha cancellato proprio lui assieme a Di Maio con con il governo Conte Uno".

E poi spazio anche ad un altro tema che ha fatto discutere: "Ha paragonato le sue minacce a quelle ricevute da Liliana Segre. Da una parte c'è una che è sopravvissuta ad Auschwitz e dall'altro c'è uno che sopravvive a fatica alle sciocchezze che dice dalla mattina alla sera". "Salvini - evidenzia - si commenta da solo siamo di fronte all'insondabile".