Archiviate le elezioni regionali in Umbria, presto arriverà il momento di quelle in Emilia Romagna. La data da cerchiare in rosso è quella del 26 gennaio 2020. Si tratterà di un passaggio cruciale per la politica italiana, considerando che si tratterà di verificare se davvero sono reali gli attuali scenari che mettono quantomeno in discussione la leadership del centrosinistra in una Regione storicamente rossa, come del resto lo era l'Umbria. Una nuova affermazione del centrodestra aprirebbe quantomeno spunti di riflessioni importanti anche in proiezioni nazionali.

In tal senso, fanno particolarmente rumore i dati che sono stati pubblicati dal sito affariitaliani.it che ha svelato le rilevazioni statistiche sulle intenzioni di voto, commissionate alla società specializzata Mg Research.

Quasi un elettore su due voterebbe per il centrodestra

Il presupposto da cui partire è che la Lega mantiene valori che continuano a renderla il maggiore partito attualmente in Emilia Romagna. La forbice di consenso che gli si attribuisce è analoga a quella nazionale, considerato che la si pone tra il 31 ed il 35%. Prendendo per buono il valore medio, ossia il 33%, sommando i voti a quelli di Fratelli d'Italia e Forza Italia si raggiunge una percentuale di coalizione lusinghiera.

A Fratelli d'Italia si riconosce un valore oscillante tra il 6,5 e l'8,5%, a Forza Italia tra il 4 ed il 6%. Ottenendo i valori medi, si scopre che il centrodestra (a cui va aggiunto un altro 1% proveniente da altre forze vicine) sarebbe accreditato del 46,5%.

Centrosinistra molto indietro senza il M5S

Luigi Di Maio ha dichiarato che la scelta del M5S di correre assieme al Pd nelle elezioni umbre si è rivelato un esperimento fallito.

Quello che, in vista delle regionali dell'Emilia Rompagna, appare certo, è che correre divisi potrebbe rendere il centrodestra irraggiungibile. Le stime di Mg Research, infatti, pongono il Partito Democratico tra il 25 ed il 29%. Acquisendo il 27% come valore utile per le stime del consenso della coalizione, si può andare a sommare il valore centrale di Italia Viva (5,5% ottenuto dalla media tra 4,5 e 6,5%), il 2,5% dei Verdi,, l'1,5% della Sinistra e lo 0,2% di altri movimenti vicini.

Il totale (ottenuto sempre con i valori medi) farebbe esattamente 37,5%. Quasi 10 punti percentuali al di sotto del centrodestra. Le cose, però, cambierebbero qualora si tornasse a correre con il Movimento Cinque Stelle. I grillini sono accreditati di un consenso stimabile tra il 10 ed il 12%. Estraendo il valore centrale del 10% si arriverebbe ad una percentuale complessiva, con il centrosinistra, del 47,5%. In tal caso, ricordando come queste stime siano fatte su rilevazioni statistiche che potrebbero anche (ma non è detto) rivelarsi erronee, si andrebbe ad un possibile duello all'ultimo voto. Correndo da solo, il centrosinistra rischierebbe perdere un'altra roccaforte come l'Emilia Romagna.