Sardine contro Matteo Salvini. È iniziata la settimana decisiva della campagna elettorale in vista delle elezioni Regionali in Emilia-Romagna in programma domenica 26 gennaio prossimo. Il 19 gennaio il movimento delle Sardine si è riunito a Bologna in una manifestazione molto partecipata. Dal palco di piazza VIII agosto, uno dei fondatori, Mattia Santori, ha incitato i pesci azzurri ad impegnarsi ancora di più per cercare di cambiare la Politica italiana dominata dalla narrazione offerta dal leader della Lega. Santori ha anche confessato di essere favorevole al processo a Salvini per il caso Gregoretti.

Lorenzo Donnoli, invece, altro leader mediatico delle Sardine, ha addirittura aperto alla possibilità di chiudere la campagna elettorale dei pesci azzurri al Papeete di Milano Marittima, luogo simbolo del potere che fu del capitano leghista. Contro le Sardine, però, si schiera il direttore di Libero, Pietro Senaldi, il quale adombra il sospetto che la loro improvvisa apparizione sulla scena politica sia stata “preparata da tempo”.

L’editoriale di Pietro Senaldi contro le Sardine

Nella giornata di lunedì 20 gennaio, il direttore del quotidiano Libero, Pietro Senaldi, pubblica un lungo editoriale per fare il punto della situazione a sei giorni dalle elezioni Regionali in Emilia-Romagna. Il risultato elettorale, secondo Senaldi, è ancora incerto, ma le possibilità per il centrodestra di espugnare la Regione ‘rossa’ per antonomasia, sono più che fondate.

Il giornalista, però, ha già individuato il vero vincitore della campagna elettorale: naturalmente Matteo Salvini, il quale avrebbe stracciato la concorrenza delle Sardine. “Bagni di folla”, infatti, avrebbero accolto il leader della Lega durante il suo tour elettorale.

‘Il Pd si nasconde dietro alle Sardine’

Pietro Senaldi ritiene che, in caso di vittoria del centrodestra in Emilia-Romagna, ovviamente per merito di Matteo Salvini, Pd e M5S dovrebbero decidere di staccare immediatamente la spina ad un governo giallorosso che, a quel punto, “diventerebbe imbarazzante”.

Emblema della disfatta del centrosinistra sarebbe “l’assenza dei leader dem” in Emilia, accusati di essersi nascosti e di aver “mandato avanti le Sardine ad appoggiare il loro candidato Stefano Bonaccini”. Santori e gli altri vengono visti da Senaldi come “ragazzi in età da lavoro, che lavorano poco e girano, parlano e si vestono come leader studenteschi”.

‘Sardine evidente diramazione del Pd e di Prodi’

Ma il sospetto più grave di Senaldi nei confronti delle Sardine è un altro. La loro “apparizione improvvisa” in una serata di novembre, scrive il direttore, è stata così “puntuale, netta e organizzata da far pensare che fosse preparata da tempo”. Santori e compagni vengono bollati come “utili idioti ittici” che avrebbero tentato di boicottare sistematicamente la campagna elettorale di Matteo Salvini, come nel caso della piazza contesa di Bibbiano. Sardine che, in conclusione, rappresenterebbero una “evidente diramazione del Pd e di Prodi”. I giovani contestatori non sarebbero altro che “sinceri poco democratici” e “sedicenti difensori della democrazia”.