La provocazione di Matteo Salvini, che mercoledì scorso a Bologna ha deciso di citofonare all’abitazione di un presunto spacciatore, rischia di avere anche uno strascico giudiziario, oltre che portarsi dietro una serie infinita di polemiche. Il ragazzo italiano, di origini tunisine, residente in quell’appartamento del quartiere Pilastro di Bologna, accusato di essere un pusher dal leader della Lega, con tanto di nome e cognome citati di fronte alle telecamere, ha infatti dichiarato di essere andato a sporgere denuncia nei confronti della signora che lo ha segnalato, esponendolo di fatto al pubblico ludibrio.

Denuncia che, almeno per il momento, non coinvolge Salvini, anche se è stata promessa un’azione legale anche contro di lui. La replica dell'ex ministro è stata secca: “Mi manca solo di esser denunciato da uno spacciatore”.

Dopo la citofonata di Salvini il ragazzo italo-tunisino dice: ‘Sono andato a denunciare, non sono uno spacciatore’

Si chiama Yassin, ha 17 anni, tra cinque mesi diventerà padre, è italiano, ma nato da un matrimonio tra un tunisino e un’italiana, il ragazzo residente nel quartiere Pilastro di Bologna additato come uno spacciatore.

Difeso dall’avvocato Cathy La Torre, Yassin ha deciso di rendere pubbliche le sue ragioni dopo la citofonata ricevuta da Matteo Salvini che ha scatenato un putiferio mediatico e sui social network.

Il giovane ha negato decisamente di essere uno spacciatore e confermato di non avere nemmeno precedenti penali. La sua colpa, ha spiegato, sarebbe stata solo quella di aver avuto in passato degli screzi con la donna che lo ha segnalato al leader leghista. Per questo, insieme al suo legale, ha deciso di denunciare la signora Anna Rita Biagini.

‘Non siamo spacciatori, denunceremo Salvini e quella donna, ci hanno rovinato la vita’

Yassin ha anche chiesto ufficialmente a Matteo Salvini di eliminare il video della citofonata dai suoi profili social. Ma, almeno per il momento, pare che il capitano della Lega non sia stato fatto oggetto di alcuna azione legale.

Anche se, come riportano diversi organi di stampa tra cui il Corriere della Sera, il ragazzo italo-tunisino e suo padre - a caldo - avevano minacciato azioni legali anche contro il leader del Carroccio: “Non siamo spacciatori, denunceremo Salvini e quella donna.

Ci hanno rovinato la vita”.

La reazione di Matteo Salvini

Nonostante questo però, Matteo Salvini, durante una tappa a Piacenza della sua campagna elettorale in vista delle elezioni Regionali in Emilia-Romagna di domenica prossima, non ha resistito dall’entrare a gamba testa anche su questo nuovo fronte, stavolta giudiziario.

“Adesso mi manca solo di essere denunciato da uno spacciatore e le ho viste tutte”, ha messo le mani avanti il segretario leghista, rivendicando poi con orgoglio di essersi recato “in una zona della periferia bolognese dove non vedevano un politico da anni a dare una mano a madri e padri nella loro lotta alla droga”.