Carlo Nordio, ex magistrato, ha parlato del caso Gregoretti nel corso di un'intervista a Libero dicendosi convinto che l'indagine per sequestro di persona dovrebbe essere archiviata, in quanto il reato contestato a Matteo Salvini non esiste. Non capisce bene l'atteggiamento del governo sulla vicenda, che è diverso rispetto al Caso Diciotti. L'ex magistrato sostiene che a processo allora dovrebbe finire anche Giuseppe Conte, visto che non ha cercato di evitare il comportamento "criminoso" dell'ex Ministro dell'Interno.

Le parole dell'ex magistrato

Intervistato dal direttore di Libero Pietro Senaldi, l'ex pm Nordio ammette che se fosse ancora al lavoro non avrebbe indagato per sequestro di persona l'ex Ministro dell'interno Matteo Salvini, che la scorsa estate ha impedito per alcuni giorni alla nave Gregoretti di sbarcare in un porto italiano: "L'indagine si sarebbe dovuta archiviare perché l'ipotesi di reato non sussiste". Il leader della Lega infatti avrebbe agito all'interno dei suoi poteri ministeriali.

E, inoltre, per lui non si può parlare di reato materiale, in quanto "trattenere delle persone a bordo di una nave con tutte le assistenze del caso" non può costituire reato. E alla domanda del giornalista, che gli chiede se da Ministro Salvini ha agito a difesa dell'interesse nazionale, l'ex procuratore sostiene che ha agito nell'ambito dei propri poteri, e di conseguenza nell'interesse del Paese, così come decisero i pm in occasione del caso Diciotti.

A suo avviso quindi il Parlamento non dovrebbe concedere l'autorizzazione a procedere.

Il ruolo di Conte

Inoltre, Nordio sottolinea la differenza tra il caso Diciotti e il caso Gregoretti. Nel primo c'è stata una decisione collegiale dell'intero governo, nel secondo invece le versioni tendono a divergere, con il Movimento Cinque Stelle che ha sottolineato come la scelta fosse esclusivamente dell'ex titolare del Viminale.

E aggiunge che bisogna capire se il Premier Conte ha cercato di impedire quello che avrebbe potuto essere un reato. Tutti infatti, sottolinea l'ex pm, sapevano del veto posto da Salvini allo sbarco, ma non si sa se il Presidente del Consiglio fosse d'accordo.

In questo caso comunque "Conte dovrebbe essere indagato con Salvini" secondo Nordio, in quanto l'art.

40 del codice penale è molto chiaro e sostiene che non impedire un evento che si deve evitare equivale a cagionarlo. E quindi sussisterebbe la "corresponsabilità Politica". Se le cose fossero andate in modo contrario e ci fosse stata una divergenza nel governo, il Presidente del Consiglio avrebbe "dovuto dissociarsi in modo ufficiale". La tesi accusatoria del Tribunale dei Ministri risulta quindi "ardita".