Con oggi è un mese che Nicoletta Dosio, 73 anni, esponente di punta del movimento No Tav, è detenuta a Torino dopo la condanna in via definitiva a un anno di reclusione per aver partecipato nel 2012 a una manifestazione in cui fu bloccato il casello di Avigliana dell'autostrada Torino-Bardonecchia.

'La disumanizzazione del carcere'

Come nelle scene della serie Orange is the new black, la donna per bene, in questo caso una ex professoressa di liceo in pensione e incensurata, è finita dietro le sbarre. Con una lettera indirizzata a Giorgio Cremaschi e prontamente postata ieri sulla pagina Facebook di Potere al Popolo – Torino, la donna racconta la "disumanizzazione del carcere" da persona che fino a un attimo prima dell’arresto non avrebbe mai potuto neanche immaginare di diventare una criminale.

Dosio è condannata per violenza privata e interruzione di pubblico servizio. Ha sempre dichiarato di non volere pene alternative come i domiciliari. Per convincerla non sono servite neanche le diverse richieste di grazia al Presidente Mattarella. Nicoletta accetterebbe un’alternativa solo se si trattasse di "amnistia sociale", come ha dichiarato il suo avvocato. E allora eccola pronta ad affrontare un anno alle Vallette per la causa No Tav, in un mix di interessi e lotte storiche tra Politica e Ambiente.

La No Tav a Potere al Popolo: 'Siamo uccellini in gabbia'

Per il momento sono passati 30 giorni e i momenti difficili ci sono stati, come scrive ai “compagni e compagne” No Tav il 19 gennaio nella lettera che è stata recapitata con oltre dieci giorni di ritardo per via dei controlli scrupolosi sulla corrispondenza.

Nicoletta scrive del rumore delle chiavi dei secondini, delle spranghe sbattute sulle inferriate e della "convivenza forzata, a due a due in cubicoli di due metri per quattro, il cui fine non è certo favorire la socialità". Il fine, secondo Nicoletta, sarebbe invece quello di togliere ai detenuti gli attimi di solitudine, utili a riordinare la mente.

Infine: "Qui siamo come uccellini chiusi in gabbia, in una gabbia troppo stretta”.

Così ha passato l'ultimo mese l'ex insegnante, consapevole e lucida nella sua condizione di "carcerata", non semplicemente "detenuta", come tiene a precisare.

Cremaschi sulla lotta No Tav: 'Si è scatenata una repressione meticolosa'

Come riporta inoltre Cremaschi nella replica pubblicata su Facebook, Nicoletta sarebbe stata sottoposta a un intervento chirurgico in gran segreto circondata dagli agenti in ogni momento per non rischiare fughe di notizie e solidarietà in ospedale; subito dopo non sarebbe rimasta in osservazione nel nosocomio, ma sarebbe stata subito riportata in casa di detenzione e avrebbe atteso le medicine nella sua cella provvisoria del reparto “nuovi giunti”, con regole piuttosto rigide.

Cremaschi si dice convinto che contro i No Tav si sia "scatenata una repressione meticolosa, capillare, spietata, da scelbismo anni 50, e ovunque incontri chi ne è vittima. O sta per diventarlo, come hanno previsto gli avvocati che annunciano l’arrivo di altre condanne assurde". Il portavoce nazionale di Potere al Popolo rilancia il rischio di numerosi ritiri patente, Daspo e arresti.