Romano Prodi, in un'intervista rilasciata a Quotidiano.net, ha definito Matteo Salvini uno che usa 'metodi sovietici'. Un paragone scomodo per il leader della Lega, non solo perché fa verosimilmente riferimento ad un dittatore come Stalin. L'accostamento fatto da Romano Prodi nasce dal fatto che il numero uno del Carroccio, nei giorni scorsi, ha citofonato a casa di un tunisino chiedendogli se fosse uno spacciatore. Un'uscita, quella dell'ex premier, che ha già ricevuto la risposta dura da parte di Salvini, che ha sottolineato come è più difficile agire che esprimere opinioni comodamente seduti nel proprio salotto.

Salvini aveva citofonato ad un tunisino a Bologna

Il fatto che Salvini possa aggirarsi per il Pilastro di Bologna suonando al citofono delle persone è un qualcosa che a Prodi non sembra andare giù. L'ex numero uno del centrosinistra italiano ha messo in rilievo, nell'intervista rilasciata al giornale, quanto questo gesto abbia scosso l'opinione pubblica internazionale: "Salvini - ha detto Prodi - ha usato l'informatore di condominio come si faceva in Unione Sovietica, quando la vicina di casa spiava l'anticomunista". Un metodo che risale ai tempi di Stalin e che, non a caso, tutti i giornali hanno ribattezzato come accusa di metodo stalinista nei confronti del leader della Lega.

Regionali: Salvini sempre impegnato in prima persona

Mattei Salvini continua nella sua personale campagna elettorale. In maniera continua, il leader della Lega tocca quanti più possibili comuni e realtà di Emilia Romagna e Calabria per provare ad ottenere nuovi consensi. Un qualcosa che, a quanto pare, lo rende orgoglioso. "Sono contento - ha detto - di fare quello che altri non fanno".

In riferimento, invece, a quanto accaduto a Bologna ha affermato con convinzione: "Sono felice di andare là dove altri politici non si fanno mai vedere. Mi hanno chiamato dal Pilastro perché dicevano che non vedevano segretari di partito da una vita". E non manca anche la risposta particolarmente piccata nei confronti di Romano Prodi, l'ex premier che, per l'appunto, lo aveva accusato di metodi stalinisti ha parole piuttosto dure: "Facile pontificare dal salotto di casa come Prodi.

Meno facile è andare al Pilastro, andare alla Montagnola".

La campagna elettorale è ormai agli sgoccioli. Il 26 gennaio i cittadini dell'Emilia Romagna, come quelli della Calabria, saranno chiamati alle urne. Gli scambi di battute e le frecciate continuano ad arrivare, come accaduto nel caso di Romano Prodi e Matteo Salvini. Generazioni politiche, ma soprattutto pensieri, radicalmente diversi.