L'epidemia cinese di coronavirus continua ad allarmare tutto il mondo. Ci sono categorie più esposte che, in questa fase delicata di contenimento del virus, richiedono maggiori tutele e l'attuazione di un protocollo che riduca gli eventuali rischi di contagio. È il caso dei giudici di pace che hanno segnalato le proprie necessità e i propri timori ai Ministeri della Salute e della Giustizia, sottolineando che lavorare nei centri per il rimpatrio degli immigrati irregolari li esponga a dei rischi senza alcuna tutela. Nell'istanza i giudici auspicano un riscontro il più rapido possibile per evitare di dover ritenere l'esecutivo responsabile di eventuali contagi evitabili.

I giudici di pace lamentano l'assenza di protocolli di sicurezza

Tra le mansioni che svolgono i giudici di pace c'è l'espulsione degli immigrati irregolari o il loro trattenimento all'interno dei centri di accoglienza. I giudici auspicano che, da parte dei Ministeri preposti, possano essere messe in atto delle misure urgenti tese a ridurre i potenziali rischi. Si parla, ad esempio, di mascherine di protezione, ma anche di una circolare contenente un protocollo su come continuare a svolgere il loro lavoro in sicurezza.

"L'intervento, scrivono i giudici, dovrebbe riguardare sia l’attuale emergenza sanitaria, sia altre malattie come la tubercolosi, il colera, il vaiolo, epatite e l’ebola che sebbene residuali mettono a serio rischio o addirittura minano la salute di coloro che prestano servizio pubblico." L'istanza è stata inviata per conoscenza anche al presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

I giudici di pace hanno messo in evidenza come, ad oggi, continuino ad essere in prima linea, pur non avendo alcun tipo di tutela sanitaria e assistenziale. Una situazione difficile da tollerare se si considera che svolgono un servizio pubblico che non può essere interrotto né differito.

Richieste mascherine e maggiori tutele

L'obiettivo dichiarato dei giudici di pace è di riuscire ad ottenere una fornitura di mascherine protettive da poter utilizzare durante le udienze. A ciò si aggiunge la richiesta rivolta alle autorità sanitarie di tutele ed indennizzi per malattie infettive. L'Unagipa si mostra critica nei confronti della normativa attuale: "Neppure la fantasiosa qualifica di “volontari” imposta dalla normativa nazionale, in contrasto con quella europea, giustifica la desolata condizione in cui giudici di pace e onorari sono relegati".

In caso di mancanza di un riscontro, il Governo italiano, avvertono i giudici di pace, sarà ritenuto responsabile di eventuali contagi. Si attende una risposta da parte dei dicasteri retti da Roberto Speranza e Alfonso Bonafede.