L'emergenza Coronavirus tocca da vicino anche la questione immigrazione. La nave della Sea Watch ha attraccato stamani al porto di Messina, nonostante le protesta nelle ultime ore del governatore siciliano Musumeci. Per motivi sanitari sono state disposte misure di quarantena nei confronti dei membri dell'equipaggio e delle 194 persone che sono state salvate in mare. Critiche sono giunte da parte dell'Ong, che ritiene la misura come "discriminatoria". Secondo quanto riporta Repubblica l'applicazione della quarantena potrebbe ritardare e compromettere l'attività di soccorso in mare delle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo.
Coronavirus: le parole del governatore Musumeci
Dopo l'autorizzazione allo sbarco nel porto di Messina il governatore della regione Sicilia Nello Musumeci aveva fatto richiesta al presidente del consiglio Giuseppe Conte affinché l'imbarcazione della Sea Watch venisse fatta sbarcare in un porto diverso, o fosse comunque attuata una misura di quarantena a bordo della nave invece che sulla terraferma.
Secondo Musumeci Messina non sarebbe idonea per l'attuazione delle misure di quarantena e sarebbero "emerse rilevanti criticità sotto il profilo igienico-sanitario". Ma la scelta del governo è stata chiara, e sul molo è già presente personale di polizia, dell'Asp e del Comune che sta attuando le procedure di contenimento per il Coronavirus.
Saranno fatti tutti gli accertamenti sulle persone a bordo e sui membri dell'equipaggio.
Per motivi di sicurezza le autorità hanno disposto che le persone che hanno febbre verranno isolate e messe in quarantena all'interno della caserma Gasparro di Biscontea per un periodo di due settimane.
Coronavirus: la protesta della Sea Watch
Contro l'applicazione della misura di quarantena per il Coronavirus è arrivata la protesta dell'Ong Sea Watch, in un post diffuso su Twitter ieri sera, è critica contro questa misura per le persone che sono affette da febbre. "Nel rispetto delle precauzioni sanitarie adottate, riteniamo discriminatoria l’applicazione esclusiva della misura a navi Ong”.
E stamani, in un nuovo post su Twitter, si legge che l'ong attende le "istruzioni relative alle misure sanitarie precauzionali per #COVID19". E ricorda, così come è stato sentenziato di recente dalla Corte di Cassazione, che il soccorso sarà solamente concluso quando le persone che sono state tratte in salvo saranno fatte sbarcare in un porto sicuro.
🔴 #SeaWatch ha da poco attraccato a #Messina.
Attendiamo ora istruzioni relative alle misure sanitarie precauzionali per #COVID19.
Come ribadito dalla Cassazione, il soccorso si concluderà soltanto con lo sbarco delle persone soccorse in un porto sicuro. pic.twitter.com/I9Z5RfOixB
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) February 27, 2020
Coronavirus: i timori delle Ong
Intanto l'ong Mediterranea fa invece notare che a Palermo recentemente sono scese migliaia di persone da una nave da crociera e, nonostante fossero di varie nazionalità, nei loro riguardi non è stata adottata nessuna misura precauzionale.
Come riporta Repubblica quindi queste misura di quarantena per il Coronavirus bloccheranno le navi umanitarie in una fase delicata in cui continuano ad arrivare le richieste di salvataggio in mare da parte di gommoni e barconi nel Mar Mediterraneo.
Arriveremo a #Messina domattina.
Le autorità hanno annunciato un periodo di quarantena: a terra per le persone soccorse, a bordo per l’equipaggio.
Nel rispetto delle precauzioni sanitarie adottate, riteniamo discriminatoria l’applicazione esclusiva della misura a navi ONG. pic.twitter.com/FLNXJqBJ7i
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) February 26, 2020