Ventimila euro. È questa la cifra, con anche le scuse, che il rocker Piero Pelù dovrà pagare all'ex Presidente del Consiglio e attuale leader di Italia Viva Matteo Renzi. I fatti risalgono al concerto del 1° maggio, edizione 2014 quando il rocker dal palco aveva definito Renzi come "il non eletto e boy scout di Licio Gelli". Aggiungendo che il problema era la corruzione, la disoccupazione, il voto di scambio e la mafia, la ndrangheta e la camorra: "Non vogliamo elemosine da 80 euro". Nella prima parte di quella frase c'era qualcosa che non andava a Matteo Renzi ma l'allora presidente del Consiglio non fece ricorso alle vie legali.

Ma - come sostiene il Corriere della Sera - non si è mai dimenticato di quella situazione e, in una fase successiva, senza più responsabilità di governo, nel ruolo di semplice senatore, ha deciso di adire le vie legali contro tutte le persone dalle quali si è sentito diffamato. E tra queste c'era Piero Pelù.

Pelù ha svelato che prima di andare a Sanremo aveva già firmato l'accordo con Renzi a Firenze

Nella raffica di querele effettuate da Renzi, accompagnate da richieste danni, c'era anche il cantante, reduce dall'esperienza della settimana scorsa alla settantesima edizione del Festival dei Sanremo. Ed è stato proprio lo stesso Piero Pelù - come sostiene il Corriere della Sera - a dare la notizia.

Ovvero che prima di andare a esibirsi al teatro Ariston aveva firmato a Firenze un accordo con il quale si era stabilito che Renzi verrà risarcito con 20.000 euro. A quanto è trapelato, la richiesta iniziale di Renzi era molto più alta dei 20.000 euro che alla fine sono stati alla base dell'accordo.

Una frattura insanabile tra Renzi e Pelù che arriva da tempi molto lontani

Tra i due, rivela sempre il Corriere della Sera, la frattura non risale semplicemente al 2014. Ma è di ben più lunga data. Concittadini, fiorentini entrambi, hanno la prima frizione nel momento in cui Renzi è eletto sindaco del Comune di Firenze e decide di non confermare Piero Pelù alla guida dell'Estate fiorentina.

Prima della querelle che ha portato alla causa legale. Nel 2014 Renzi era diventato presidente da poco prendendo il testimone da Enrico Letta. Pochi mesi dopo la frase di Pelù, memorizzata e registrata da Renzi. Con il rocker che successivamente commentò dicendosi pronto a pagare per quello che ha detto, e a sopportare le conseguenze delle sue frasi. Pelù aveva affermato che c'era la necessità che qualcuno dicesse certe cose ai ragazzi presenti e servisse una voce fuori dal coro.

Nei giorni scorsi si è arrivati alla chiusura della vicenda con il risarcimento e le scuse di Pelù a Renzi. Dopo questo fatto, anche la querela attivata dal leader di Italia Viva sarebbe stata ritirata.