Gian Marco Centinaio, da ospite de L'aria che tira, ha avuto modo di esternare il suo punto di vista su ciò che potrà accadere il 12 febbraio in Senato. Si tratta di una data importante, perché i parlamentari di Palazzo Madama saranno chiamati a votare l'eventuale autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. La condotta dell'ex ministro dell'Interno è finita sotto la lente della giustizia per la mancata autorizzazione a sbarcare per i migranti della Gregoretti. Dovrà rispondere, tra le varie accuse, di sequestro di persona. Una colpa che, secondo Centinaio, dovrebbe eventualmente essere condivisa con tutto l'esecutivo, sebbene il senatore leghista tenga a sottolineare come si sia agito nell'interesse nazionale.

Gregoretti: i fatti risalgono allo scorso luglio

Le vicende, come è noto, riguardano la nave della Guardia Costiera italiana Gregoretti. Risalgono allo scorso luglio, quando si trovò a trasportare 131 migranti. Il 25 luglio l'imbarcazione aveva effettuato due distinte operazioni di salvataggio, ma una volta arrivata nel porto di Augusta il 28 luglio non ottenne l'autorizzazione a far sbarcare le persone in Sicilia prima di sei giorni. Questa scelta arrivata in un periodo in cui l'Italia adottava la strategia dei porti chiusi per sensibilizzare l'Europa al problema è finita all'attenzione della magistratura che vuole far luce sulla condotta di Matteo Salvini, allora ministro dell'Interno dal pugno duro verso le Ong e gli sbarchi in generale.

Centinaio sottolinea che tutto il Cdm avrebbe responsabilità

Salvini, però, non avrebbe agito da solo. Lo avrebbe fatto nell'interesse nazionale e con il benestare di tutto l'esecutivo di cui faceva parte. O almeno questa è la ricostruzione che proviene dall'ambito leghista e a cui Gian Marco Centinaio si accoda. "Continuo - ha detto - ad essere dell'idea visto che ero presente in quel governo che se bisogna processare Salvini bisogna processare l'interno governo".

E, non a caso, cita qualche componente del Consiglio dei Ministri che dovrebbe andare alla sbarra, compreso se stesso, per rendere l'idea: "Gian Marco Centinaio, anche Giulia Bongiorno, anche Bonafede, anche Di Maio e anche Conte". "Eravamo - evidenzia - tutti corresponsabile di quello che è successo".

"Io - rivela - domani voterò quello che mi dirà Matteo Salvini di votare".

"Non perché - prosegue - ho paura di quello che può succedere dopo, ma perché secondo me quel governo ha lavorato per l'interesse e la tutela degli italiani". "Tutte - conclude - le azioni che fanno tutti i governi bisogna mandarli a processo". 12 febbraio, perciò, è la data in cui il Senato sarà chiamato a pronunciarsi sull'eventuale autorizzazione a procedere nei confronti del senatore Salvini.