Si torna a parlare dei fatti relativi alla nave Gregoretti, per la quale il Senato ha votato l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. L'occasione è stata la trasmissione di Nicola Porro Quarta Repubblica. Uno degli ospiti, l'ex magistrato Antonio Di Pietro, ha inteso sottolineare come le responsabilità su quella vicenda non dovrebbero essere eventualmente circoscritte all'allora Ministro dell'Interno. A suo avviso il modus operandi sulla vicenda ha una paternità più collegiale a livello di esecutivo, con una menzione speciale verso l'autorità del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte.

Gregoretti: fatti risalenti allo scorso luglio

La nave Gregoretti, durante il luglio del 2019, rimase ferma nel porto di Augusta per sei giorni. Benché si trattasse di una nave militare italiana, non ricevette l'autorizzazione a far sbarcare subito i 131 migranti che erano stati salvati in due distinte operazioni avvenute nel Mediterraneo. Era quello il periodo dello slogan "porti chiusi" e del pugno duro del Governo, portato avanti dal Ministro dell'Interno Matteo Salvini. L'obiettivo era far rumore al punto che l'Europa potesse accorgersi dei flussi migratori senza lasciarne il carico alla sola Italia, da sempre interessata da un grande numero di sbarchi per via della posizione geografica. La lettura che, invece, hanno dato gli avversari politici del leghista era quella che si trattasse di mera propaganda fatta sulla pelle dei migranti.

Le varie procure, invece, hanno manifestato l'intenzione di andare a vederci chiaro sotto il profilo giudiziario sulla condotta di Matteo Salvini. L'ex Ministro sarà, perciò, indagato per reati tra cui quello di sequestro di persona, dopo che il Senato ha votato l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

Per Di Pietro responsabilità anche di Conte

È la pagina Facebook ufficiale di Quarta Repubblica a riassumere i concetti espressi da Antonio Di Pietro. Per l'ex magistrato la condotta sulla Gregoretti avrebbe come responsabili anche altri esponenti del Consiglio dei Ministri. "Quella nave era italiana e c'erano disperati, ma - ha sottolineato l'ex pm di Mani pulite - una decisione del genere la prende il Parlamento, se c'è il reato non l'ha fatto solo Salvini, il Presidente del Consiglio e i ministri hanno fatto come Ponzio Pilato, lavandosene le mani".

Parole che, perciò, intendono sottolineare come, eventualmente, un'eventuale inchiesta giudiziaria dovrebbe andare a valutare l'operato di altre figure della squadra di governo, oltre a quello dell'ex Ministro dell'Interno.