"O siete cristiani o siete di Salvini". Don Alberto Vigorelli, 80 anni, durante un'omelia del novembre 2016 aveva pronunciato queste parole. L'affermazione era stata riportata ai vertici della Lega e il sacerdote della chiesa di Santo Stefano di Mariano Comense (Como) era stato denunciato dall'ex ministro dell'Interno. Stamani, la prima udienza davanti al giudice di Pace. Dal parroco non sono arrivate le tanto attese scuse, così, il processo è stato aggiornato a maggio.

L'omelia di don Alberto Vigorelli

Durante la messa delle 10 del 6 novembre 2016, don Alberto Vigorelli, ex missionario in Africa e Perù, dal pulpito della chiesa di Santo Stefano, aveva criticato la Politica di Salvini.

Dopo la lettura di un passaggio del Vangelo secondo Matteo ("Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e m'avete dato da bere, ero straniero e m'avete accolto), il parroco, com'è sua abitudine aveva spiegato ai fedeli presenti il significato del brano del Nuovo Testamento portando anche degli esempi pratici. In quell'occasione però aveva sottolineato che i valori cristiani non hanno nulla a che vedere con gli ideali e le posizioni del Carroccio. Quindi, aveva concluso che non è possibile essere sia cristiani che leghisti.

La frase stigmatizzata da un referente locale del partito di via Bellerio, l’ex sindaco di Mariano Alessandro Turati, era così stata riportata all'ex titolare del Viminale che subito aveva scritto ai cardinali Angelo Scola (Arcivescovo di Milano) e Beniamino Stella (Prefetto per la congregazione per il Clero) chiedendo un argine alle intemperanze di don Alberto Vigorelli, attraverso non solo una chiara e pubblica presa di distanze, ma anche attraverso un deciso provvedimento disciplinare.

Per questo aveva invocato l'allontanamento del sacerdote dall'incarico di coadiutore parrocchiale a Mariano Comense.

Don Alberto denunciato da Salvini

Matteo Salvini, all'epoca, aveva reso pubblica la vicenda attraverso i suoi canali social. "Incredibile" aveva scritto su Facebook a caratteri cubitali prima di riportare la frase incriminata sottolineando che era stata pronunciata da don Vigorelli "davanti ai bimbi che si preparano per la Prima Comunione".

Poi, il leader della Lega aveva tuonato: "Come si permette di dare patenti di cristianità insultandomi e insultando milioni di italiani".

Salvini, definendo l'episodio "vergognoso" aveva poi promesso che non avrebbe lasciato perdere la faccenda e così è stato. Ha denunciato don Alberto e per diffamazione, e l'iter della giustizia si è messo in moto.

Don Alberto a processo

Oggi, martedì 18 febbraio, si è svolta, davanti al giudice di pace di Como, la prima udienza del processo che vede imputato don Alberto Vigorelli. L'aula era gremita - moltissimi i sostenitori del parroco di Mariano Comense - ma Matteo Salvini non era presente.

Il leader della Lega, nei giorni scorsi, aveva ribadito anche sui social la sua posizione. "Se chiede scusa - aveva dichiarato - e devolverà 1000 euro ad una associazione di disabili sono pronto a ritirare la querela e amici come prima". Di fronte al giudice, il legale del senatore ha sottolineato "Auspichiamo un componimento bonario, ma vogliamo la formalizzazione delle scuse per quanto il sacerdote ha detto in chiesa”.

Don Alberto, assistito dall’avvocato Oreste Dominioni (famoso penalista), però, non è intenzionato a far marcia indietro. "Non posso rinnegare il Vangelo" ha spiegato.

"La parola scusa - ha precisato il legale - non è contemplata in quanto Don Vigorelli ha predicato il Vangelo e non può certo scusarsi per questo". Poi, ha concluso: "Si è detto che don Alberto odia Matteo Salvini, ma non è così. La predicazione del Vangelo, infatti, è ispirata solo dall’amore e non dall’odio". Il giudice, come previsto dalla legge, in mancanza di un accordo ha aggiornato il processo al 14 maggio prossimo.