I toni dello scontro tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, rimangono accesi. In base alla ricostruzione del Corriere della Sera, se le tensioni non dovessero cessare e si arrivasse alla crisi di governo, si darebbe vita ad un governo a tempo per poi tornare al voto a settembre. Il voto subito sarebbe escluso per via del referendum di fine marzo. Nessuna situazione al momento è da escludere, dalla "navigazione" tranquilla del Governo fino ad arrivare anche alla crisi. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sta seguendo, come sempre, con grande attenzione l'evolversi della situazione.

Con alcune certezze e alcuni paletti.

La formula giallorossa ultima soluzione praticabile della legislatura

Stando alla ricostruzione del quirinalista del Corriere della Sera Marzio Breda, per il Presidente Mattarella la formula giallorossa è l'ultima possibile in questa legislatura. Se dovesse cadere il Governo, l'intenzione del Capo dello Stato sarebbe quella di andare alle elezioni, con ogni probabilità dopo l'estate, dando vita ad un governo ad hoc per questi mesi. Il Quirinale sta osservando ogni mossa di questa fase di alta tensione dal punto di vista politico. Per Breda non è casuale che il Presidente della Repubblica sia ancora più silenzioso del solito in questi ultimi giorni perché sta cercando di capire a che cosa e dove può arrivare la sfida ormai aperta tra Conte e Renzi.

Tra scenari di armistizio e tattiche di logoramento

Sempre nella ricostruzione di Breda, Mattarella starebbe osservando anche se la partita delle nomine pubbliche possa portare ad una maggiore pacificazione nel Governo. Ma la ripartenza dell'esecutivo non potrebbe che essere subordinata al fatto che il fondatore e leader di Italia Viva interrompa la sua situazione di alleato ma anche avversario del Presidente del Consiglio.

Il Capo dello Stato non sa come interpretare le azioni di Renzi con il quale non avrebbe più avuto un colloquio faccia a faccia da quando in carica c'era il Governo di Paolo Gentiloni. Nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte invece è stato a colloquio col Presidente della Repubblica. Breda riferisce che Conte, ovviamente, avrebbe illustrato al Capo dello Stato la situazione di destabilizzazione continua che viene fatta da parte di Italia Viva, ma si sarebbe anche detto convinto che in quel partito al Senato non tutti lo sfiducerebbero.

È improbabile che si sia parlato di eventuali responsabili per fare continuare l'azione del Governo.

Lo scenario delle elezioni

Mattarella alla nascita di questo Governo aveva già lasciato intendere che questa esperienza sarebbe stata l'ultima della legislatura. Perciò se ci sarà una sfiducia in Aula si andrebbe a votare. Non subito però, perché a fine marzo c'è il referendum. Il voto si svolgerebbe dopo l'estate e quindi con un Governo elettorale in carica.