Nicola Porro è convinto che l’uso dei droni per controllare gli spostamenti delle persone in piena emergenza Coronavirus sia un metodo dittatoriale, da Stato di polizia, quale è la Cina oggi o era la Germania Est ai tempi del Muro di Berlino. Ospite nella serata di lunedì 23 marzo del talk show di Rete 4 Stasera Italia, il conduttore di Quarta Repubblica, ancora fermo ai box a causa del Covid-19 di cui si è ammalato, si scaglia contro quella sorta di Grande Fratello che i governi mondiali stanno mettendo in piedi per massimizzare i controlli di massa sulla popolazione.

Porro cita come esempio quello di Forlì, la prima città italiana a permettere l’uso di droni, ma il suo sfogo arriva a poche ore dalla decisione dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) di autorizzarne l’impiego a livello nazionale.

La decisione dell’Enac: autorizzato l’uso di droni per controlli degli spostamenti

Il Comune romagnolo di Forlì utilizza i droni già da diversi giorni allo scopo di tracciare gli spostamenti delle persone e impedire, così, la diffusione massiccia del coronavirus. Nella giornata di lunedì 23 marzo, poi, l’Enac ha dato ufficialmente il via libera all’utilizzo dei droni su tutto il territorio nazionale. La decisione dell’Ente italiano arriva dopo che già altri Paesi, tra cui Francia e Belgio, hanno concesso alle forze dell’ordine il permesso di ‘spiare’ dall’alto i propri concittadini.

Nicola Porro a Stasera Italia: ‘Controlliamo tutti però non esageriamo’

Il debutto dei droni come mezzo di controllo diretto delle persone non va però affatto giù a Nicola Porro. “Cerchiamo di essere un attimo tutti tranquilli - afferma il giornalista durante Stasera Italia - perché adesso il problema di vivere nella DDR o di vivere nel modello cinese è una cosa che mi fa orrore.

Controlliamo tutti però non esageriamo - si lamenta - perché 12 anni di galera per uno che va a trovare il suo amico perché si sente solo” sarebbero un’esagerazione. Porro si rivolge poi alla conduttrice Barbara Palombelli facendole notare che “gli italiani possono sopportare questa cosa. Ma per quante settimane possono sopportarla, per quanti mesi?”.

A suo modo di vedere, infatti, “ci sono milioni di italiani che in questo momento, dopo quella stupidaggine delle canzoni ai balconi, si sentono poco liberi”.

Porro: ‘Droni a Forlì immagine da emergenza cinese’

L’augurio che si fa Porro è che “in questo Paese si dica ancora ‘rispetto la legge, siamo in emergenza’, ma questa cosa non può continuare perché penso che siamo arrivati al punto di essere felici di quella immagine di Forlì - alza il tono di voce facendo riferimento ai droni utilizzati nella città romagnola - che è un’immagine di emergenza alla cinese che io mi auguro finisca il prima possibile”. Il suo timore è che, tra qualche mese, quando l’emergenza coronavirus sarà rientrata, ci saranno ancora molti morti perché “gli italiani non avranno un euro in tasca”.

Insomma, conclude il suo ragionamento, “non ci compiaciamo dei droni. Io sono stato fortunato, ho avuto il coronavirus e non mi ha ucciso, ci sono tante persone che stanno molto male, ho rispetto per loro e per le loro famiglie. Però quella roba lì a me fa orrore. Prima o poi qualcuno si deve alzare e dire ‘ragazzi, non possiamo continuare così’”.