Nonostante l'emergenza Coronavirus e i ripetuti appelli da parte delle istituzioni e dei mezzi di informazione a non uscire di casa, molti cittadini continuano ad andare in cerca di donne da comprare sui marciapiedi.

A denunciarlo è Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, che ha scritto una lettera alle istituzioni per chiedere maggiori interventi per punire i clienti. Si è unito all'appello anche Don Aldo Bonaiuto che, intervistato da Interris.it, ha sottolineato come i clienti che violano le disposizioni del governo siano "untori di fatto".

Coronavirus: la lettera di Ramonda alle istituzioni

Come contrastare questo fenomeno? Secondo Ramonda, per proteggere le ragazze vittime della tratta occorre prima di tutto attuare una vigilanza serrata. Il Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, molto attiva sul tema della tratta di esseri umani, è riconoscente nei confronti di quanti stanno lavorando in prima linea per contrastare l'emergenza coronavirus.

Ma allo stesso tempo denuncia il fatto che i "clienti continuano ad uscire in cerca di donne da sfruttare", non rispettando in questo modo i provvedimenti adottati dal governo. Denuncia inoltre che in tutta Italia ci sono molti casi di clienti che escono senza comprovata necessità per usufruire dei servizi.

Coronavirus: la Comunità Giovanni XXIII chiede più tutele per le vittime

E i rischi non sono soltanto per le donne esposte. I clienti con il loro comportamento, oltre ad esporre loro stessi al pericolo del contagio del coronavirus, mettono in pericolo anche le famiglie e gli ambienti di lavoro che eventualmente frequentano. Ed è proprio per tutelare queste persone sfruttate che il presidente della Comunità Giovanni XXIII auspica anche una maggiore attenzione da parte delle istituzioni nei confronti delle ragazze che sono estremamente esposte al rischio di contagio del covid-19.

Nella lettera inviata Ramonda inoltre suggerisce di adottare il cosiddetto "modello nordico", così come avviene in Svezia e in Francia, in base al quale viene sanzionato il cliente e non la vittima.

Coronavirus: don Aldo Bonaiuto contro i clienti "untori"

E anche don Aldo Bonaiuto, sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, attivo da molti anni nell'attività di liberazione e accoglienza delle donne vittima di tratta, fa sentire la sua voce sull'argomento.

Intervistato da Interris.it, Bonaiuto sottolinea come "purtroppo anche la tragedia del Covid-19 ci dimostra lo stato di schiavitù in cui si trovano le oltre 100mila giovanissime donne costrette a vendersi".

Il sacerdote non usa mezzi termini e sostiene come "i clienti in questo tempo diventano "untori di fatto" del coronavirus”. A suo avviso infatti è intollerabile che, nonostante il divieto, molti clienti circolino liberamente per "comprare il corpo di queste creature indifese”.