Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ieri sera è stato ospite nella trasmissione “Che tempo che fa” di Fabio Fazio in onda su Rai 2 per parlare della situazione legata al Coronavirus in Italia e soprattutto nella bergamasca, la provincia più colpita d'Italia insieme a quella di Brescia. Gori ne ha approfittato per criticare l’operato della Regione Lombardia in merito alla gestione della pandemia.

Giorgio Gori contro Regione Lombardia

Il sindaco di Bergamo Gori non ha nascosto il suo disappunto per come la Lombardia stia gestendo l’emergenza Coronavirus.

Dopo aver affermato che effettivamente le cose negli ultimi giorno sembrano andare un po' meglio, soprattutto negli ospedali, ha fatto presente che ci sono molte persone contagiate dal virus che si trovano nelle loro abitazioni e a cui molto spesso non vengono fatti i tamponi. Sebbene il numero di tamponi sia aumentato questa settimana, c’è da considerare che nel numero totale che ammonta a novemila sono compresi anche i tamponi che vengono fatti a più riprese agli stessi pazienti per confermare la guarigione e dunque accertare la non presenza del virus. Come dichiarato anche dal professor Roberto Burioni, virologo del San Raffaele, sono numeri bassissimi.

Gori contro la gestione nelle Rsa lombarde

Altro argomento molto delicato, di cui si è discusso ieri, è stato quello della gestione dei malati nelle case di riposo. "Nelle Rsa è stato infatti concesso ai parenti dei contagiati di far visita ai propri cari anche nel corso del mese di marzo - ha affermato Gori - Nonostante la richiesta dei gestori della provincia di Bergamo, che hanno provato ad interrompere quanto stava accadendo, ciò è stato impedito in quanto quel tipo di comportamento era stato disposto dalla Regione Lombardia.

Tutto ciò non ha fatto altro che far estendere il contagio, incrementato anche dal fatto che medici e infermieri hanno continuato a prestare cure ai pazienti senza l’ausilio di protezioni". Il sindaco ha poi snocciolato i dati, diffusi in un recente documento dai sindacati, relativi ai decessi stimati nelle Rsa della provincia di Bergamo e riconducibili al Covid che ammontano a 1.100, e cioè il 25% degli ospiti totali.

Coronavirus, numeri superiori a quelli ufficiali

Gori, inoltre, è tornato a parlare dei morti accertati nella provincia di Bergamo. Un'approfondita ricerca pubblicata dal quotidiano 'L'Eco di Bergamo', ha mostrato numeri di gran lunga superiori a quelli dichiarati ufficialmente. Lo studio, condotto su oltre 100 comuni, ha fatto emergere numeri molto diversi da quelli diffusi dai bollettini giornalieri di Regione e Protezione Civile. Se il numero di morti accertato in maniera ufficiale nel mese di marzo ammontano a 2.060, dalle anagrafi dei comuni risultano delle cifre raddoppiate, per un numero di circa 4.800 decessi.

Dopo tali accuse alla Regione Lombardia, il sindaco di Bergamo Gori è stato attaccato a sua volta da Roberto Anelli, capogruppo della Lega al Consiglio regionale della Lombardia.

"Invitava i cittadini a usare i mezzi pubblici e a non fermare le attività, questo rappresenta l'ennesimo caso in cui la tv pubblica è stata usata per attaccare l'opposizione", ha affermato il leghista.