Torna l'appuntamento quotidiano con la rubrica 'web' Zuppa di Porro e Nicola Porro si scaglia con gli scienziati che si occupano di Coronavirus e Il Foglio. Li chiama 'virologi, ma in realtà a farlo andare su tutte le furie è un articolo del quotidiano in cui ci si allinea ad un pensiero diffuso dalla Società di Immunologia secondo cui l'invito a Non è l'Arena di GiulioTarro sarebbe stato fuori luogo. Un comunicato diffuso dall'associazione, non a caso, etichetta il virologo come "scienziato di modestissima caratura". Secondo Nicola Porro, contestare la scelta di Massimo Giletti di averlo avuto come ospite può essere equiparata ad un tentativo di censura.
A ciò aggiunge una vena piuttosto polemica rispetto al fatto che chi si estranea dal pensiero scientifico comune viene quasi emarginato, nonostante un curriculum di spessore, come accaduto con il Nobel Luc Montaigner.
Con il coronavirus alcuni medici sono diventati volti noti per gli italiani
Non è un mistero che, al momento, gli italiani aspettino dagli scienziati previsioni sull'evoluzione del Sars-Cov2. C'è chi sostiene che la sua virulenza potrebbe, in qualche modo, acquietarsi nel tempo fino a farlo divenire innocuo come accaduto con Sars e Mers. Al momento il pensiero comune della maggior parte degli esperti della materia invita alla prudenza, esortando anche a prepararsi ad un possibile ma non sicuro arrivo di nuove ondate o alla necessità di convivere a lungo con il nuovo coronavirus.
"Chi non la pensa come loro - tuona Nicola Porro - deve essere lasciato a casa". "E' incredibile - evidenzia - che il Foglio si prenda la briga di attaccare Giletti per aver invitato Giulio Tarro". Porro, nel corso della sua diretta, evidenzia come non si tratti dell'ultimo arrivato, eppure non trovi l'approvazione di molti colleghi che, in questo momento, vanno per la maggiore a livello mediatico.
Porro ricorda alcuni fatti che hanno coinvolto gli scienziati
Secondo Nicola Porro, è inammissibile che non ci siano contestazioni se a parlare siano i vari Galli, Ricciardi o Lopalco, mentre si levino cori di dissenso se a dire la sua è uno come Tarro. "Si chiama - tuona il giornalista - censura di me...Caro Foglio, mi fa orrore che un giornale liberale possa prendere un'associazione di virologi e contestare un giornalista perché invita Tarro".
A quel punto, pone l'accento sul fatto che nessuno tra le associazioni mediche abbia contestato fatti riconducibili ad altri esperti in materia. "Perché - incalza- non hanno detto a Lopalco che non si scrive in un tweet che la fortuna è cieca, ma il virus no quando Johnson se lo becca?".
Ricorda il tweet in cui Walter Ricciardi fece vedere un manichino di Trump preso a cazzotti e ricorda anche una puntata di Che tempo che fa: "Quando Burioni - incalza - diceva a marzo da Fazio che non c'è nessun rischio che la malattia venga in Italia, tutti zitti perché fanno orrore". "La censura - ha chiosato - fa schifo".