In questi giorni, duri per l'emergenza Coronavirus, in molti ospedali si sono riscontrate problematiche per abortire. Ed è per questa ragione che una rete di associazioni ha lanciato una petizione su Avaaz.org per chiedere al governo di introdurre una forma di aborto farmacologico che può essere gestito anche dal proprio domicilio.

Tra i primi firmatari troviamo la deputata Laura Boldrini, lo scrittore Roberto Saviano, l'ex Ministro Valeria Fedeli, Susanna Camusso e tanti volti noti della Politica e della società civile.

Aborto, difficile trovare strutture in molti ospedali

In questi giorni molto duri di lotta al coronavirus, molte donne hanno riscontrato difficoltà per poter accedere alle strutture che praticano l'interruzione di gravidanza. Il rischio è che possano superare i limiti temporali stabili dalla Legge 194 del 1978. Alcune categorie di soggetti, come le persone positive al covid-19 o vittime di violenza domestica, possono correre rischi maggiori.

Per questo motivo è stata lanciata una petizione su Avaaz, sottoscritta da esponenti della politica, associazioni, scrittori e personaggi della società civile, come Laura Boldrini, Roberto Saviano, l'ex Ministro Valeria Fedeli, Susanna Camusso, Livia Turco, Marco Cappato, Lea Melandri e tanti altri ancora.

Aborto, la lettera al governo e all'AIF

Per questo motivo Pro-choice. Rete italiana contraccezione aborto e altre associazioni hanno indirizzato una lettera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute e all'Agenzia Italiana del Farmaco affinché siano prese misure più urgenti per garantire l'interruzione volontaria di gravidanza in tutto il Paese.

Si chiede che il diritto all'interruzione di gravidanza sia tutelato anche in queste settimane di lotta al coronavirus. Il fine è quello, si legge nella lettera, di tutelare la salute e i diritti delle donne rispettando al contempo le attuali misure già intraprese per contrastare l'emergenza sanitaria.

Aborto, le richieste delle associazioni

Nella petizione si chiede nello specifico che siano adottate al più presto queste misure come già fatto da altri governi europei.

  • Ammettere al trattamento le donne in gravidanza con amenorrea fino a nove settimane invece che a sette settimane
  • Eliminare la raccomandazione del ricovero dalla somministrazione del mifepristone fino all’espulsione
  • Introdurre regime ambulatoriale "at home" che richiede solo il passaggio presso l'ambulatorio o il consultorio, con assunzione del mifepristone e la somministrazione presso la propria abitazione delle prostaglandine
  • Ammettere una procedura totalmente da remoto monitorizzata da servizi di telemedicina in via transitoria, in situazione di particolare difficoltà e in relazione all’attuale stato di emergenza.