La commissione Bilancio al Senato, dopo i rilievi della Ragioneria dello Stato, ha deciso di non estendere agli insegnanti precari la carta dei docenti, prevista per l'aggiornamento e la formazione professionale, che era stata stanziata nella misura ridotta di 300 euro rispetto ai 500 euro percepiti dai docenti statali di ruolo. Vanificate, dunque, le speranze degli insegnanti con un contratto a tempo determinato che avevano pensato di poterne beneficiare.

Decreto scuola, cosa prevedeva l'emendamento

L’emendamento prevedeva l’estensione della carta del docente anche ai precari con incarico annuale o supplenza con contratto almeno fino al 30 giugno 2020.

La misura era stata inserita in commissione Istruzione al Senato.

La Ragioneria dello Stato ha deciso, però, in senso contrario, per cui i docenti precari non potranno usufruire del bonus. L’emendamento, sottoscritto dai senatori De Petris, Errani, Grasso, Laforgia, Nugnes e Fattori, prevedeva lo stanziamento di altri 40 milioni di euro per il 2020 per sovvenzionare l’operazione, ma alla fine il provvedimento è saltato.

Il sottosegretario all'Istruzione Giuseppe De Cristofaro ha spiegato, durante una diretta su Tecnica della Scuola Live, che è saltato tutto in quanto la Ragioneria dello Stato ha negato il consenso, ma la volontà politica di ottenere l'estensione del bonus ai precari rimane, per questo motivo l'emendamento verrà riproposto nel decreto Rlancio: "Ma la volontà politica esiste da parte nostra.

Ecco perché proveremo a riproporlo all’interno del decreto rilancio".

Salta anche il concorso per gli insegnanti di sostegno

Il bonus di 300 euro per i docenti precari non è il solo emendamento saltato nel decreto scuola in quanto anche quello relativo al concorso per titoli e prova orale, riservato ai docenti specializzati sul sostegno, non era stato approvato.

Questa procedura avrebbe potuto portare ad una stabilizzazione dei precari. Anche in questo caso ha deciso il parere contrario della Ragioneria dello Stato non consentendo di procedere all'inserimento nel testo finale di questa riforma. Luisa Angrisani, relatrice in Commissione, ha dichiarato: "Purtroppo il parere negativo della Ragioneria dello Stato non ci consente di procedere all’inserimento di questa norma nel testo finale su cui l’Aula voterà la fiducia.

La sovrapposizione di tante misure economiche non rende possibile, in questa fase, sostenere le adeguate coperture economiche". Poi ha proseguito: "Ma, ve lo garantiamo, questo non significa che questa norma cada nel dimenticatoio. Ci impegniamo a reinserirla già nel primo provvedimento utile, proveremo a farlo già nel decreto Rilancio, garantendo una procedura stabile nel tempo e con la possibilità di inserimenti e di aggiornamento dei punteggi con cadenza biennale".