Secondo un retroscena firmato da Francesco Verderami, pubblicato dal Corriere della Sera mercoledì 13 maggio, la “gravità della situazione” all’interno della compagine governativa guidata da Giuseppe Conte sarebbe “sotto gli occhi di tutti”. Anche di quelli del capo delegazione Pd a Palazzo Chigi, nonché ministro della Cultura, Dario Franceschini. Secondo la ricostruzione proposta dal quotidiano milanese, Franceschini, confidandosi con alcuni suoi collaboratori, si sarebbe detto “molto preoccupato” dalle “capacità di tenuta” dell’esecutivo giallorosso.

Le critiche del Pd a Giuseppe Conte

L’unica cosa certa, secondo lo storico dirigente del Pd, è che nessuno al momento abbia interesse ad aprire una “crisi al buio” senza avere garanzie sull’immediato futuro. Insomma, tra i due maggiori contraenti del governo Conte, M5S e Pd, sarebbe in corso un’altalena “tra un senso di responsabilità declinante e una rottura di scatole crescente”. Le attenzioni del Pd, riferisce il Corriere, sarebbero concentrate sulla figura di Giuseppe Conte del quale non va proprio giù la “sovraesposizione pubblica” e il troppo marcato “presenzialismo” mediatico. Ma il premier, questa la critica, non avrebbe “capacità di sintesi”, non riuscendo dunque mai ad accontentare nessuno dei partitiche lo sostengono.

Il Corriere parla di ‘caos’ nel governo Conte

Esempio della inadeguatezza di Giuseppe Conte sarebbe l’abuso dei Dpcm contro l’emergenza economica, contrapposto allo scarico di responsabilità sul Parlamento della questione Mes. Segnalato poi anche un “malumore dei ministri” per i continui rinvii del cosiddetto decreto Rilancio.

Critiche di Pd e M5S anche sulle norme varate che “non esprimono una linea di politica economica”. Insomma, un “caos” intorno ai decreti economici che rischia di bloccare tutto.

Per il Pd la crisi di governo sarebbe già ‘in atto’

Il tema della regolarizzazione dei migranti, poi, rappresenterebbe solo la “faccia illuminata della luna”.

Per Verderami non ci sono dubbi quindi: la crisi di governo sarebbe già “in atto” ma, cita fonti Pd, “nessuno avrà il coraggio di muoversi e tutti resteranno in attesa di un evento esterno” che fungerà da “fattore scatenante”. Anche sulle nomine, come quelle dei vertici dei servizi segreti, infine, si starebbe preparando una “resa dei conti” tra Luigi Di Maio, il Partito Democratico rappresentato da Dario Franceschini e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Uno scontro che, almeno per il momento, si gioca a carte coperte in attesa che, come riferisce il solitamente ben informato Corriere, accada qualcosa che accenda la miccia della crisi.