"Silvia Romano è stata mandata allo sbaraglio. Una colpa grave, gravissima". Andrea Cangini attacca così Africa Milele, la Ong per la quale la ragazza era finita a svolgere la missione di cooperante in Africa. Inoltre, il senatore di Forza Italia sottolinea, con un post su Facebook, la vicinanza dell'associazione a un deputato del Movimento 5 Stelle. La moglie di Roberto Rossini, infatti, ha un ruolo di consigliera nella Onlus, continua Cangini. Daniela Galanti, questo il suo nome, ha tuttavia inteso sottolineare in un'intervista a Il Resto del Carlino come l'operato di Africa Milele sia stato impeccabile e sia stato già attenzionato dal Ros dei Carabinieri nel 2018.

Silvia Romano finita in un luogo pericoloso per i cooperanti

La colpa che il senatore di Forza Italia attribuisce ad Africa Milele è quella di non aver applicato quelli che sono i protocolli di sicurezza della Farnesina. Questo avrebbe portato Silvia Romano a finire per operare in un territorio del Kenya considerata molto rischiosa. Si tratterebbe di un distretto che, secondo Cangini, verrebbe evitato da tutti coloro i quali si occupano di cooperazione e partono dai paesi occidentali. Le accuse verso la Ong sono piuttosto chiare. "Non ha - aggiunge - comunicato al Ministero degli Esteri la presenza in loco di una propria operatrice, non ha fatto seguire a Silvia Romano un corso di formazione, né si premurata di di assicurarla per gli infortuni e le malattie".

Secondo Cangini il rapimento non è dunque solo frutto del caso, ma anche conseguenza di una serie di mosse, a suo dire, quantomeno discutibili.

La Ong dice di aver fatto tutto secondo le norme

Secondo Cangini questo episodio dovrà servire da monito affinché si predispongano strategie che possano evitare nuovi fatti di questo tipo.

C'è, però, un passaggio in cui c'è anche una notazione Politica nell'intervento del senatore. In particolare evidenzia come, a quel che gli risulta, Africa Milele sarebbe stata fondata dalla moglie del deputato grillino Roberto Rossini. Tuttavia, Daniela Galanti è stata intervistata da Il Resto del Carlino ed ha manifestato il suo punto di vista in qualità di consigliera dell'associazione con sede nelle Marche.

Ha ricordato come già nel 2018 ci fosse stato un confronto con il Ros dei Carabinieri. "Abbiamo spiegato - si legge nell'articolo - con i documenti che eravamo in regola. Non abbiamo niente da farci perdonare su Silvia. Leggo che la famiglia ci accusa di averla mandata allo sbaraglio in Africa. Non è giusto dirlo, anzi è falso. Abbiamo incaricato un legale per tutelarci".

Non resta che attendere per capire in che modo si proverà a fare luce su una vicenda che appare destinata ancora a far discutere a lungo.